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Sostenibilità sociale e ambientale

Il caso Xylella in Puglia. Per l’esperto: «una psicosi»

Dopo lo stanziamento del Ministero dell’Agricoltura di 11 milioni di euro per l’emergenza Xylella, il Tar del Lazio sospende il piano di eradicazione delle piante deciso dal Commissario Straordinario del Governo dopo le misure chieste dall’Unione Europea. Ma l’oleologo Luigi Caricato dice: «È una grande montatura»

di Marina Moioli

Un colpo di scena dopo l’altro nella vicenda degli ulivi pugliesi colpiti dal batterio della Xylella fastidiosa. L’ultima notizia è che il Tar del Lazio ha sospeso la dichiarazione dello stato di emergenza e il Piano d’intervento previsto per fronteggiare il rischio fitosanitario accogliendo così le richieste di associazioni, cooperative e aziende vivaistiche della regione.

Da tre anni in Puglia si lotta contro questo nemico invisibile che sta uccidendo gli ulivi. E siccome non esiste cura, le piante vanno sradicate. Così almeno hanno sentenziato gli esperti, così ha convenuto la Regione Puglia e così hanno definitivamente decretato a Bruxelles, imponendo l’espianto di tutti gli ulivi infetti. E non degli ulivi soltanto, ma anche le piante che potrebbero ospitare il batterio nel raggio di 100 metri.
Si è parlato addirittura di creare una fascia di protezione, una terra di nessuno dallo Ionio all’Adriatico, che dovrebbe tagliare in due il tacco d’Italia, con oltre 35 mila piante (ulivi  di 300, 500 e 1.000 anni) da abbattere.

«La realtà è un po’ diversa. Le piante abbattute finora, infatti, sono solo poche decine. E sono sicuro che dopo lo stanziamento di 11 milioni di euro destinati a chi sta perdendo raccolti, redditi e posti di lavoro che il ministero dell’Agricoltura ha deciso con un recente decreto legge (a breve sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ndr) l’emergenza Xylella si sgonfierà come è avvenuto ad esempio per il caso Aviaria». Lo sostiene l’oleologo Luigi Caricato, ideatore del festival culturale OlioOfficina e autore di un ponderoso Atlante degli oli italiani (edito da Mondadori). «Il fenomeno c’è, sia chiaro, ma è circoscritto. Tecnicamente, poi, non si sa ancora bene quale sia la differenza tra l’essicamento delle piante dovuto alla Xylella e quello fisiologico di vecchie piante non adeguatamente curate. In molti casi le piante sono depauperate perché non vengono potate o concimate nel modo giusto e quindi esposte a tutti i batteri. Si è creata una psicosi, un dramma che si è ingigantito e che poi è un po’ sfuggito di mano. Ora lo stesso Commissario Straordinario nominato dal Governo per combattere la Xylella fastidiosa, Giuseppe Silletti, sta facendo marcia indietro», aggiunge Caricato.

In effetti, intervenendo il 6 maggio a un incontro con ambientalisti e produttori pugliesi a Bari, Silletti ha dichiarato: «Il vettore della Xylella è stato efficacemente combattuto nella misura straordinaria dell’80 per cento dei casi e già questo è un fatto postivo. Se poi ci aggiungiamo che la buona riuscita degli interventi consentirà di “proporre una notevole riduzione dell’impiego degli insetticidi focalizzandoli solo nelle zone infette, ossia sui focolai, per cercare di congelare l'azione infettiva del batterio”, allora si potrebbe anche essere soddisfatti». Dichiarazioni che fanno pensare positivo, dopo le proteste degli attivisti che si sono appollaiati sugli alberi per difenderli dall’eradicazione. Il rischio di perdere il patrimonio olivicolo dell’intera provincia di Lecce sarà scongiurato? Si spera di sì, visto che la Puglia, produce da sola il 60 per cento dell’olio nazionale e che l’ultima annata ha visto una produzione di circa 250 mila tonnellate.

Intanto è stato anche smontato il caso Xylella in Liguria: le analisi sulla pianta di ulivo sospetta hanno infatti dato esito negativo. Mentre il Codacons ha dato il via all’azione risarcitoria collettiva per i coltivatori pugliesi. Sul sito dell’associazione www.codacons.it è stato infatti pubblicato il modulo di costituzione di parte offesa attraverso il quale tutti i soggetti coinvolti dalla devastazione legata al batterio possono avviare l’iter per ottenere il risarcimento dei danni subiti. 

Foto Getty Images


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