Economia & Impresa sociale 

Padoan: «Possibile un accordo sulla TTF entro l’anno»

Sulla Tassa sulle Transazioni Finanziarie, per cui il movimento ZeroZeroCinque ha raccolto un milione di firme, si potrebbe arrivare adun accordo entro la fine del 2015 tra gli undici paesi europei del “G11”

di Redazione

«Sulla definizione di una tassa sulle transazioni finanziarie e i suoi criteri di applicazione, sono stati fatti importanti progressi e continuando a questa velocità, i paesi europei del cosiddetto G11 potrebbero raggiungere un accordo già entro quest'anno». È quanto ha affermato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, al termine dell'Ecofin, in riferimento alla riunione tenutasi tra i ministri di Italia, Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna.

Sui criteri di applicazione della tassa, per la cui approvazione la campagna ZeroZeroCinque ha raccolto un milione di firme, ha spiegato il Ministro Padoan, «sono due i sistemi principali presi in cosiderazione: l'emissione e la residenza, due opzioni che hanno pro e contro a seconda del paese. Si sta cercando di identificare un modo in cui gli effetti positivi di entrambi possano essere uniti». L’altro tema su cui gli undici ministri sono al lavoro é «l’estensione della base imponibile: oltre alla tassazione delle azioni, ed esclusa l’ipotesi di tassare i titoli di Stato, quello che va tassato sono invece i derivati e la cosa é tecnicamente complessa», ha spiegato il ministro. «Stiamo lavorando, con l’aiuto dello staff tecnico ad una definizione dei derivati tassabili che possa essere accettata da tutti gli 11 paesi. Si sono preparate delle opzioni che saranno portate sul tavolo della prossima riunione, in occasione dell'Ecofin di giugno».

Tra i punti più rilevanti discussi alla riunione dei ministri delle Finanze dell'Unione europea a Bruxelles, secondo quanto riportato dal ministro italiano, il piano di investimenti europeo lanciato dalla Commissione Ue, che mobiliterà risorse per 315 miliardi di euro e «la necessità, data la natura del piano Juncker, di chiarezza sulle implicazioni in termini di aiuti di stato perché il piano possa essere dispiegato in pieno». «L’Europa sta uscendo dalla recessione e c’é quindi una sempre più ampia finestra di opportunità che va assolutamente sfruttata da tutti i paesi, in termini di riforme strutturali e di consolidamento di bilancio, in una prospettiva di sostegno alla crescita, ha sottolineato il ministro. “Le misure strutturali intraprese dai governo italiano, produrranno effetti che per adesso non abbiamo volutamente esplicitato nelle nostre stime perchè, riteniamo piu’ impotante, avere delle sorprese positive piuttosto che negative».


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