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Economia & Impresa sociale 

L’impresa sociale è uscita dalla nicchia

Flaviano Zandonai racconta tornareinvestire.it, il nuovo portale di Iris Network, «un contenitore di storie che hanno a che fare con la riqualificazione dell’investimento nell’impresa sociale. Realtà che oggi sempre più abbandonano le nicchie e si misurano con economie forti come le filiere culturali, l’agricoltura e i servizi evoluti»

di Lorenzo Maria Alvaro

Qual è la via da percorrere per rigenerare senso, socialità, economia, istituzioni? Questa è la domanda cui il nuovo sito targato Iris Network, Tornareinvestire.it, prova a dare risposta. Un portale pensato in vista del XIII workshop di Riva del Garda (10-11 Settembre 2015) che mette al centro proprio il tema degli investimenti. Per capire cosa ci sia in gioco abbiamo parlato con Flaviano Zandonai, ricercatore Euricse e segretario generale di Iris Network.

Come nasce l’idea del sito?
L’idea nasce con una doppia faccia. In questo momento funziona da contenitore di storie che hanno a che fare con la riqualificazione dell’investimento nell’impresa sociale. Dopo di che, quando avremo un buon database, vogliamo organizzarlo perché diventi la struttura vera e propria del workshop di Riva del Garda.

Perché ponete al centro del prossimo workshop gli investimenti?
Sono centrali perché c’è un’esigenza diffusa delle imprese sociali di aprire una nuova fase di sviluppo. È cambiato il contesto, sono cambiati i bisogni ed è cambiata anche la disponibilità delle risorse. Si è compiuta una certa traiettoria di sviluppo degli ultimi vent’anni, bisogna aprirne una nuova. E sembra che si stiano cumulando risorse e competenze diverse di soggetti diversi. Penso alla finanza e alle grandi società di consulenza, che vogliono investire in quel mondo. Bisogna capire come questi soldi debbano essere investiti.

Quali i primi dati che emergono da questo lavoro?
Ci sembra che in questo momento ci sia una diffusione piuttosto spinta fatte da imprese sociali dentro economie forti. Che non sono solo le classiche economie di nicchia. Penso alle filiere culturali, all’agricoltura e ai servizi evoluti. Tutti mondi esterni al welfare. L’impresa sociale sta cercando di entrare in ambiti in cui si giocano interessi e partite economiche forti.

L’impresa sociale ha le spalle abbastanza larghe per nuotare in alto mare?
Penso di si, ce la può fare. Da un lato ha ormai compiuto un percorso importante di strutturazione in senso imprenditoriale. C’è poi un know how rispetto alla produzione sociale di decenni. Tutto sommato ha le carte in regola. Deve probabilmente intraprendere in maniera decisa una fase di riorganizzazione e strutturazione interna. E non vedere più la finanza come il nemico.

Sembra che ci sia una congiuntura favorevole, visti anche gli sforzi legislativi, per l’impresa sociale…
Su questo, in particolare, valuteremo l’efficacia della Riforma del Terzo Settore. Se asseconderà e aiuterà a creare un ambiente favorevole per questa capacità di investire sarà stato un buona riforma.


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