Solidarietà & Volontariato

Cambiare le adozioni, dal basso

Nel primo trimestre del 2015 le adozioni sono dimezzate. Tra i soggetti coinvolti però c'è grande voglia di collaborare per trovare nuove soluzioni: per la prima volta enti autorizzati, servizi territoriali e associazioni familiari hanno lanciato un tavolo di lavoro comune

di Sara De Carli

Dati ufficiali non ce ne sono, perché la Commissione Adozioni Internazionali ancora non ha pubblicato il Rapporto Statistico relativo al 2014. E leggere le adozioni internazionali solo attraverso i numeri è sbagliato, siamo tutti d’accordo. Eppure i dati che circolano destano preoccupazione. A mettere in fila qualche numero è stato Pietro Ardizzi, portavoce del coordinamento Oltre l’adozione, durante il Family Lab organizzato di recente a Roma dal Coordinamento CARE. Ardizzi ha parlato di un -25% di adozioni concluse nel 2014 rispetto al 2103 e ha stimato un ulteriore -50% nel primo trimestre del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014. «C’è un calo a livello internazionale, c’è un contesto mutato, per il 2015 stiamo parlando solo di un trimestre, si tratta di stime… e tuttavia qualche domanda è legittimo porsela. Forse il sistema non è più adeguato alla realtà e ai bisogni dei bambini abbandonati».

Non si tratta di dipingere un futuro apocalittico per le adozioni internazionali né di lamentarsi della situazione contingente: «Tutti i soggetti coinvolti registrano una sofferenza, ma la volontà di tutti è quella di fare qualcosa insieme per migliorare la situazione», spiega Ardizzi. Il Family Lab va in questa direzione: su iniziativa del Coordinamento CARE, per la prima volta enti autorizzati, associazioni familiari e servizi territoriali si sono incontrati e hanno discusso faccia a faccia di temi rilevanti e trasversali relativi alle adozioni internazionali. «È stata una libera iniziativa dei soggetti coinvolti, nata dal basso, Enti, Associazioni e Servizi non si sono mai incontrate in questa forma, è un fatto positivo, da valorizzare», conclude Ardizzi.

È stata una libera iniziativa dei soggetti coinvolti, nata dal basso, Enti, Associazioni e Servizi non si sono mai incontrate in questa forma, è un fatto positivo, da valorizzare

«È stato un evento a suo modo storico», ammette con soddisfazione Monya Ferriti, presidente del Coordinamento CARE. «L’obiettivo della giornata era il confronto fra interlocutori che partecipano allo stesso progetto ma ancora mai si sono trovati a confrontarsi sul percorso adottivo. Le parole chiave della giornata sono state trasparenza e contaminazione. Abbiamo lavorato su focus group, con una prospettiva molto concreta: non siamo proiettati verso un documento politico ma verso la volontà di portare proposte concrete, condivise fra tutti i soggetti che pure sono portatori di esigenze diverse», spiega. Ci lavorerà il tavolo congiunto “Nelle nostre mani”, che si è dato un nuovo appuntamento per l’autunno. Un esempio per tutti? «Il costo unico delle relazioni post adottive, ci piacerebbe venisse fatta con un’unica modalità e un costo uguale per tutti».


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