Cooperazione & Relazioni internazionali

“Io sto con la sposa” entra al Parlamento europeo

Il documentario è stato presentato davanti ad una platea di parlamentari ed eurocrati. Gabriele Del Grande, uno dei tre registi, ha sottolineato che «In questa sede mi sembra giusto ricordare che tutte queste persone non sono state uccise dalle onde, o dalle tempeste, o dal mare, ma dalle nostre leggi»

di Ottavia Spaggiari

Rischiavano di essere arrestati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e invece l'atto di disobbedienza civile, promosso dai registi di “Io sto con la sposa” e abbracciato da migliaia di finanziatori dal basso, è riuscito ad arrivare nelle stanze dei bottoni.

Ad un anno dal lancio della campagna di crowdfunding che è riuscita a raccogliere quasi centomila euro, è stato proiettato al Parlamento Europeo il film che ha documentato il finto matrimonio di un profugo siriano per riuscire a permettere a lui e ad altri quattro migranti in fuga dalla guerra, di scappare in Svezia, aiutati da un gruppo di italiani coraggiosi, diventando così il simbolo e la voce della società civile decisa a dire basta alla “Fortezza Europa”.

Al Parlamento Europeo mi sembra giusto ricordare che tutte queste persone non sono state uccise dalle onde, o dalle tempeste, o dal mare, ma dalle nostre leggi

Gabriele Del Grande – regista

Promosso dall'europarlamentare italiana Cecile Kyenge Kashetu, nell'ambito di un dibattito sul trattato di Dublino, il documentario è stato presentato davanti ad una platea di parlamentari ed eurocrati, in una proiezione destinata a far molto parlare di se, aperta dalle parole di Gabriele Del Grande, uno dei tre registi, presente in sala insieme al protagonista, Abdallah Sallam: «“Io sto con la sposa” è stato proiettato in 25 Paesi e ha raggiunto più di 150 mila spettatori, una comunità di persone che sogna che il Mediterraneo smetta di essere un mare di morte», ha dichiarato Del Grande, che ha colto l'occasione per presentare un report sulle oltre 20mila persone che, negli ultimi 20 anni hanno perso la vita cercando di raggiungere il Mediterraneo, «in questa sede mi sembra giusto ricordare che tutte queste persone non sono state uccise dalle onde, o dalle tempeste, o dal mare, ma dalle nostre leggi».

Proprio venerdì il Comitato delle Regioni, ovvero l'Assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell'UE, discuterà e voterà una risoluzione che illustra la sua posizione sul modo migliore per gestire l'accoglienza e le procedure di asilo garantendo la protezione delle vite umane.


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