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Isee: ora i disabili pagano meno, e i Comuni protestano

Botta e risposta con Raffaele Tangorra, Direttore Generale per l’Inclusione e le politiche sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Sulla disabilità, un racconto opposto a quello delle associazioni. Chi ha ragione?

di Sara De Carli

A proposito del report sul primo trimestre di vita del nuovo Isee, presentato giovedì scorso dal Governo, botta e risposta con Raffaele Tangorra, Direttore Generale per l’Inclusione e le politiche sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Un campione di dati pari al 2% non è pochino per parlare di “evidenze”?

I report annuali sull’Isee vengono fatti su un campione dell’1%, o meglio su quattro date di nascita. Qui abbiamo usato otto date di nascita, raddoppiando il campione. Comunque l’affidabilità si misura sulla composizione del campione, che in questo caso è stato costruito come sempre. E posso assicurare che i nuclei con persone con disabilità erano ben rappresentati, pesano per un quarto del campione. Ci siamo chiesti se fosse il caso di uscire con dei dati così presto, perché siamo consapevoli ad esempio del fatto che nella prima parte dell’anno si concentrano le DSU con Isee più bassi: l’abbiamo fatto per dare uno strumento agli enti erogatori, che erano in attesa e ora possono prendere le loro decisioni sui servizi erogati.

Rispetto al tema "emersione" e "selettività" il nuovo Isee è un successo: lo è anche in termini di equità?

Non penso che selettività, veridicità dell’indicatore, migliori controlli siano qualcosa di diverso da “equità”.

Rispetto al tema “disabilità” il report parla di un nuovo Isee che favorisce i disabili, mentre le associazioni rappresentano una realtà opposta, di un Isee che penalizza in maniera pesante la disabilità. Chi ha ragione? Come si spiega la discrepanza?

Se c’è una sottopopolazione Isee che ha avuto un’attenzione specifica in fase di costruzione dello strumento, questa è proprio disabilità, in particolare la disabilità adulta: sono gli unici per cui è prevista una franchigia, che non si dà per chi ad esempio beneficia di un assegno sociale. È il contrario di quella “vulgata” che dice che nel disegnare l’Isee abbiamo voluto colpire i disabili e devo dire anzi che i nostri dati forse persino sottostimano il vantaggio: siamo alleati delle persone disabilità, non stiamo facendo un’operazione a loro nocumento. Tra l’altro, se ci fosse bisogno di una prova empirica, qui riceviamo le proteste degli enti locali che con questo nuovo Isee vedono calare la compartecipazione da parte delle persone con disabilità.

Noi siamo alleati delle persone disabilità, non stiamo facendo un’operazione a loro nocumento. Tra l’altro, se ci fosse bisogno di una prova empirica, qui riceviamo le proteste degli enti locali che con questo nuovo Isee vedono calare la compartecipazione da parte delle persone con disabilità.

Raffaele Tangorra

Non è un dato di fatto che la pluridisabilità sia penalizzata dall'attuale sistema di franchige?

L’Italia è un Paese in cui ci sono tante prestazioni di welfare, a più livelli. Nelle istruzioni abbiamo chiarito quel che succede a chi riceve indennità aggiuntive, soprattutto dalle Regioni, che alla fine non entrano nell’Isee. Per dirla semplice: se con una parte dell’accompagnamento pago un’assistente e quella spesa è rendicontabile, quella parte sarà abbattuta, non viene conteggiata nell’Isee.

Chi siede nel Comitato consultivo di cui il ministro ha parlato?

Rappresentanti delle Amministrazioni centrali, Regioni, Comuni, i tre sindacati maggiori, il Forum del Terzo settore, Fish, Fand, Forum delle Associazioni Familiari.

Quando sarà il prossimo appuntamento?

Quando avremo i dati del secondo trimestre, spero prima della pausa estiva.

Il Governo intende sempre impugnare le tre sentenze del Tar del Lazio? L'aveva annunciato, ma non l'ha ancora fatto.

Non sta a me fare valutazioni politiche. Di certo chiederemo al Consiglio di Stato la sospensiva, perché non possiamo avere elementi di incertezza.


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