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Minori al lavoro anche in Italia, urgente un piano nazionale

Ilo e Save the Children chiedono maggior contrasto e prevenzione allo sfruttamento lavorativo di bambini e adolescenti in Italia. Oggi a Firenze presentazione del lungometraggio dedicato a Iqbal Masih, tra i partner del progetto Unicef Italia

di Redazione

Sono almeno 168 milioni i bambini e gli adolescenti nel mondo costretti a lavorare, di cui 85 milioni in lavori altamente rischiosi. L’agricoltura – ricordano i dati dell’Ilo (l’Organizzazione mondiale del Lavoro) – è il settore con la più alta presenza di minori – 98 milioni – ma bambini e adolescenti sono coinvolti anche in attività domestiche, nel lavoro in miniera o nelle fabbriche, spesso in condizioni di estremo pericolo e sfruttamento. L’Africa sub-sahariana è l’area del mondo con massima incidenza di minori al lavoro. 


«In occasione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, l’Unicef ricorda che nei Paesi in via di sviluppo circa il 16% di tutti i bambini e i ragazzi tra i 5 e i 14 anni, sono coinvolti nel lavoro minorile. Nei Paesi meno sviluppati, circa un bambino o ragazzo su 4 (tra i 5 e i 14 anni) lavora, correndo seri rischi per la sua salute e il suo sviluppo», ha dichiarato Giacomo Guerrera, Presidente dell’Unicef Italia.
La più alta percentuale di bambini lavoratori si trova in Africa subsahariana (il 25% di quelli tra i 5 e i 14 anni). In Asia meridionale, il 12% dei bambini nella stessa fascia di età svolge lavori potenzialmente dannosi, rispetto al 5% dei bambini che vivono in Europa centrale e orientale e Comunità degli Stati Indipendenti (CEE/CIS), la regione con il minor tasso di bambini lavoratori. In Asia Meridionale sono 77 milioni i bambini lavoratori. In Pakistan l’88% dei bambini tra i 7 e i 14 anni che non vanno a scuola, lavora; in Bangladesh sono il 48%, in India il 40% e in Sri Lanka il 10%.

Il lavoro minorile è presente anche in Italia e riguarda almeno 340.000 minori sotto i 16 anni, di cui 28mila coinvolti in attività molto pericolose per la loro sicurezza, salute e ai limiti dello sfruttamento come ricordano i dati dell’indagine “Game Over” (in allegato) realizzata da Save the Children con l’associazione Bruno Trentin lo scorso anno. 

Per questo è urgente «ladozione di un piano nazionale sul lavoro minorile e di contrasto e prevenzione dello sfruttamento lavorativo di bambini e adolescenti nel nostro Paese» a chiederlo Save the Children e l’Ilo in occasione della Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile.

«Ci ritroviamo a constatare una mancanza di attenzione al lavoro minorile nel nostro Paese, sia in termini di monitoraggio del fenomeno che di azioni specifiche per prevenire e contrastare il lavoro illegale e in particolare le peggiori forme di lavoro minorile, nonostante si tratti di un problema presente e che rischia di peggiorare, anche a causa della crisi economica», dichiara Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children. 

«Come emerge dal Rapporto mondiale sul lavoro minorile 2015 dell'Ilo (in allegato in inglese) , un bambino costretto a lavorare prima del tempo, avrà il doppio delle difficoltà dei suoi coetanei ad accedere ad un lavoro dignitoso in età più adulta e correrà molti più rischi di rimanere ai margini della società, in condizioni di sfruttamento. È cruciale assicurare ai minori una istruzione di qualità almeno fino all’età minima di accesso al mercato del lavoro per garantire l’acquisizione delle conoscenze base e delle competenze adeguate alle necessità del mercato del lavoro. Dobbiamo impedire che il lavoro minorile comprometta il presente e il futuro dei bambini e agire perché ciò non accada, sia nei Paesi in via di sviluppo che in quelli più benestanti, Italia inclusa», commenta Furio Rosati, dell’Ilo e Direttore del Programma di ricerca Ilo-Unicef-Banca Mondiale Understanding Children’s Work (UCW) – che aggiunge: «Non affrontare il problema del lavoro minorile e di un precoce ingresso sul mercato del lavoro, renderà estremamente difficile affrontare l’ emergenza dell’ occupazione giovanile. Per questo l’Ilo auspica che nell’ambito del Piano nazionale garanzia giovani, si presti la necessaria attenzione al fenomeno dell’ingresso precoce sul mercato del lavoro e dello sfruttamento dei minori».

Secondo la ricerca “Game Over” di Save the Children, il 7% dei minori nella fascia di età 7-15 anni in Italia è coinvolta nel lavoro minorile. 

Più di 2 minori su 3 (fra 14 e 15 anni) sono maschi e circa il 7% è un minore straniero.

L’11% degli adolescenti che lavorano – pari a circa 28mila– sono coinvolti nelle forme peggiori di lavoro minorile, con orari notturni o con un impegno continuativo, con il rischio reale di compromettere gli studi, di non avere neanche un spazio minimo per il gioco e il divertimento o per il necessario riposo.
Lavorano perlopiù in attività di famiglia (44,9%) mentre per ciò che riguarda i minori impiegati all’esterno del circuito familiare, i settori principali sono quello della ristorazione (43%), dell’artigianato (20%) e del lavoro in campagna (20%). 

E sono stati coinvolti in sfruttamento lavorativo anche molto pesante la gran parte di minori nel circuito della giustizia minorile, come emerge da un’ulteriore indagine di Save the Children. 


«Il picco di lavoro minorile si registra fra gli adolescenti, in quell’età di passaggio dalla scuola media alla superiore, che vede in Italia uno dei tassi di dispersione scolastica più elevati d’Europa e pari al 18,2%», spiega Raffaela Milano. «Bisogna intervenire per spezzare il circuito perverso fra disaffezione scolastica e lavoro minorile, rafforzando i progetti contro la dispersione scolastica, gli interventi di sostegno formativo per i ragazzi che hanno prematuramente abbandonato gli studi e favorendo una maggiore continuità fra scuola e lavoro attraverso percorsi protetti di inserimento lavorativo. Un lavoro dignitoso, a differenza di quello illegale e sfruttato, può essere uno strumento virtuoso per favorire lo sviluppo della personalità del minore, la sua responsabilizzazione e le capacità relazionali ed è quindi cruciale finanziare e potenziare questi percorsi», precisa Raffaela Milano.

«Insieme a Save the Children chiediamo al Governo italiano l’adozione con urgenza di un piano d’azione nazionale sul lavoro minorile, che preveda da un lato la creazione di un sistema di monitoraggio regolare del fenomeno e dall’altro le azioni da svolgere per intervenire efficacemente sulla prevenzione e sul contrasto del lavoro illegale, e in particolare delle peggiori forme di lavoro minorile, come previsto dall’art.6 della Convenzione sulle peggiori forme di lavoro minorile (182) ratificata dall’Italia. Chiediamo inoltre l’istituzione di un tavolo di dialogo sul lavoro minorile con le parti sociali e le organizzazioni non governative», conclude Furio Rosati dell’Ilo.

Inoltre, oggi a Firenze nell’ambito delle Giornate del lavoro organizzate dalla Cgil, sarà presentato il teaser del lungometraggio animato “Iqbal: bambini senza paura” ispirato alla storia di Iqbal Masih, il bambino pakistano ucciso nel 1995 per aver denunciato i suoi sfruttatori dopo anni di schiavitù nella manifattura di tappeti. Il film prodotto da Gertie in collaborazione con diversi partner, tra cui l’Unicef Italia.

In apertura foto Getty Images


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