Cooperazione & Relazioni internazionali

Sempre più rifugiati sulla rotta dei Balcani occidentali

Lo sottolinea l’Unhcr esprimendo preoccupazione per i rischi crescenti che corrono uomini, donne e bambini che camminano per giorni, esposti a violenze, abusi o incidenti

di Redazione

Quella che è ormai conosciuta come la “rotta dei Balcani occidentali” viene percorsa da un numero di migranti e rifugiati in crescita drammatica. Alcuni chiedono asilo nei Paesi balcanici, altri proseguono il loro cammino. Fra il 2012 e il 2014 il numero di persone per le quali è stata registrata l’intenzione di chiedere asilo nei Balcani occidentali è passato da 5.000 a 20.000, con un aumento di quattro volte. Finora nel 2015, i numeri sono aumentati ulteriormente, con oltre 22.000 domande di asilo presentate in Serbia solo nei primi cinque mesi dell'anno, un aumento di sei volte rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Quasi 10.000 nuovi richiedenti asilo sono stati registrati dalle autorità nel solo mese di maggio.

Una nota dell'Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) sottolinea che le autorità e la società civile in Serbia meridionale sono attualmente sotto pressione per fornire aiuti umanitari di base, registrare e dare alloggio ai 200 richiedenti asilo circa che ogni giorno si rivolgono a loro chiedendo aiuto, dopo aver attraversato il confine dalla Macedonia. L’Unhcr stima che un numero almeno uguale di persone potenzialmente bisognose di protezione internazionale ma che non si è registrata abbia attraversato la regione in maniera irregolare mettendosi nelle mani dei trafficanti. La stragrande maggioranza cerca di raggiungere l’Europa occidentale entrando in Ungheria.

La maggior parte di coloro che utilizzano questa rotta provengono da Paesi di origine dei rifugiati come Siria, Afghanistan, Iraq, Eritrea e Somalia. Arrivano principalmente per la Grecia, e con il recente aumento degli arrivi via mare in questo paese è da aspettarsi che il numero di persone che percorre questa rotta aumenti ulteriormente.

La situazione è particolarmente difficile nella Repubblica di Macedonia, dove i rifugiati e migranti seguono la ferrovia e percorsi di montagna, camminando per giorni, con il rischio di essere travolti dai treni ed esposti ad abusi e minacce da parte di trafficanti reti criminali. Una serie di incidenti mortali nel corso degli ultimi mesi rappresentano un promemoria dei pericoli, anche per i bambini piccoli e le donne.

L'Unhcr aveva auspicato un miglioramento dei sistemi di asilo in questa regione sin dai primi anni novanta. La capacità attuale è inadeguata a far fronte al numero di arrivi. L'Alto Commissariato ha stretto un contatto con il governo della Repubblica di Macedonia per apportare modifiche alla legge sull'asilo e la protezione temporanea, in modo che persone potenzialmente bisognose di protezione internazionale vengano registrate e ottengano l'accesso alle procedure legali. Le modifiche proposte, che devono ancora essere approvate dal Parlamento, devono essere urgentemente adottate ed attuate.

In Serbia la situazione è più positiva e i richiedenti asilo non vengono messi in detenzione. L'Unhcr sta lavorando per aumentare il suo sostegno agli sforzi delle autorità e della società civile per fornire assistenza, servizi di base e accesso alle procedure. La situazione rimane critica e richiederà ulteriore supporto, anche attraverso sforzi congiunti con l'Unione europea, i governi nazionali e le organizzazioni non governative.


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