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Cure palliative, riconosciuta ai medici la “formazione sul campo”

In GU il decreto che definisce i criteri per vedersi riconosciuta l'esperienza sul campo e continuare a lavorare nelle reti di cure palliative anche in assenza delle specializzazioni previste dalla legge 38. Un condizione che riguarda quasi un medico su due

di Sara De Carli

Prima venne la legge 38/2010, con annessa battaglia sul riconoscimento del valore dell’esperienza dei medici dediti all’erogazione di cure palliative, non pienamente riconosciuta dalla legge. Memorabile resta la seduta in cui Livia Turco e Paola Binetti, dissero in Aula: «Tutti coloro che da vent'anni si occupano di cure palliative devono sapere che del loro lavoro ci si è limitati a dire: “Grazie, adesso fatevi da parte perché nasce una nuova stagione”». Il 48% dei medici che allora erogavano cure palliative presso gli hospice o nelle unità di cure domiciliari, non avevano infatti le specializzazioni previste dalla legge o ne avevano di diverse. E tuttavia la loro esperienza ne fa professionisti validi e competenti.

Poi ci fu la Legge di Stabilità, approvata il 23 dicembre 2013, che riconosceva l’esperienza e le competenze acquisite in anni di formazione sul campo e consentiva ai medici già in servizio presso le reti di cure palliative pubbliche o private accreditate di continuare a operare anche in mancanza di una delle specializzazioni previste dalla legge 38/2010.

Ora finalmente il cerchio si chiude, con la definizione dei “criteri per la certificazione della esperienza triennale nel campo delle cure palliative dei medici in servizio presso le reti dedicate alle cure palliative pubbliche o private accreditate”, che in sostanza dice a quali condizioni si può vedere riconosciuta l’esperienza pregressa. Si tratta del decreto 4 giugno 2015 del Ministero della Salute, pubblicato nella GU del 1 luglio 2015. Possono presentare domanda i medici che alla data di entrata in vigore della legge 27 dicembre 2013, n. 147 erano in servizio presso le reti dedicate alle cure palliative pubbliche o private accreditate che erogano attività assistenziali di cure palliative nell’ambito territoriale di riferimento in sede ospedaliera, domiciliare e residenziale, così come individuate nell’Intesa sancita il 25 luglio 2012, Rep. n. 151/CSR. Il medico deve aver svolto, alla data di entrata in vigore della L. 147/2013, attività nel campo delle cure palliative per almeno tre anni, anche non continuativi, presso le strutture delle reti dedicate alle cure palliative pubbliche o private accreditate.

Il medico inoltra l’istanza alla Regione o Provincia autonoma di riferimento territoriale della struttura presso la quale presta servizio. L’istanza deve essere presentata entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto. La Regione/Provincia autonoma entro 90 giorni dal ricevimento della domanda emana il decreto con il quale certifica l’esperienza professionale, necessario per operare nelle reti dedicate alle cure palliative pubbliche o private accreditate.


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