Economia & Impresa sociale 

La Chiesa alla coop: «Cacciate i delinquenti e fatelo subito, noi saremo al vostro fianco»

Il segretario generale della Cei, monsignor Galantino e il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti ospiti dell’assemblea dell’Alleanza delle cooperative italiane». Due interventi non convenzionali

di Redazione

«Dovete cacciare fuori i delinquenti dal vostro mondo e lo dovete fare in fretta». «Se non lo fate sarà impossibile distinguere la vostra natura, da quelle di tanti altri che lavorano nei vostri stessi ambiti». Don Lugi Ciotti, fondatore di Libera e monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, non hanno certo usato parole di rito questa mattina nel corso del loro intervento di fronte alla platea dell’assemblea annuale dell’Alleanza della Cooperative Italiane. Ad ascoltarli, insieme a più di un centinaio di delegato, i tre massimi dirigenti di Confcooperative (Maurizio Gardini), Legacoop (Mauro Lusetti) e Agci (Rosario Altieri, anche nella veste di portavoce dell’Aci), oltre al ministro con delega all’Expo, Maurizio Martina. L’assemblea infatti si è tenuta negli spazi di Cascina Triulza nel sito di Rho.

Il primo a prendere la parola è stato don Ciotti, sollecitato da una coraggiosa domanda di Gardini, che ha citato la relazione in Commissione antimafia di ieri del procuratore di Roma, Giuseppe Pigantone che si è chiesto: «non sarà che alle ONLUS sono state concesse troppe agevolazioni fiscali che possono alterare a concorrenza la concorrenza tra imprese che lavorano nel sociale?»

Questa la replica del fondatore di Libera: «La premessa è che le mafie, anche in ragione della crisi, stanno diventando sempre più forti e stanno allargando i loro tentacoli a tutti i settori, quello quello delle cooperative e dell’associazionismo. E questo pone un problema che coinvolge anche chi osserva e chi osserva e non fa nulla. Allora occorre distinguere, distinguere per non confondere. Bisogna fare pulizia, nella politica, nella chiesa, ma anche nelle cooperative. E questa è una vostra responsabilità. Il processo di purificazione deve partire dall’interno. Vanno bene gli accordi col ministero e anche i codici etici, ma sappiamo bene che servono a poco, il cambiamento deve partire da dentro. C’è bisogno di formazione. Lo dico ad alta voce: cacciate i disonesti e fatelo in fretta».

Un appello che ha raccolto l’applauso della platea. Dopo di che il microfono è passato a monsignor Galantino.

«Sottoscrivo dalla a alla zeta il ragionamento di don Luigi. La posizione della Chiesa è questa. La domanda a cui voi cooperatori dovete rispondere, se volete avere un ruolo nella nostra comunità è: in che cosa vi distinguere da altri soggetti che lavorano nei vostri stessi ambiti? Se non sapete trovare la risposta, diventate inutili. Io vedo con estremo interesse e favore il percorso che state facendo verso l’unità. È un percorso che vi permetterà di spegnere i conflitti interni e sostenervi gli uni con gli altri, ma anche di tenere gli occhi più aperti. Chi di noi, intendo noi vescovi, sta in mezzo alla strada e ce ne sono molti (gli altri lasciamoli perdere…) conosce quanto di buono fate nei quartieri e e nelle comunità. In particolare penso alle cooperative più piccole, quelle che fanno più fatica a reggersi da sole. Non abbandonatele. Il vostro compito è quello di innescare una circolarità virtuosa fra politica, etica ed economia. Dovete essere un veicolo di crescita positiva, altrimenti che ci state a fare? La Chiesa italiana sarà al vostro fianco lungo questa strada, il progetto Policoro che ora stiamo portando anche al Nord è uno strumento importante per il nostro lavoro comune. Concludo dicendo che io sono qui. Se ci sono problemi venite pure a bussare alla mia porta. Non vi darò soldi, ma una buona parola non mancherà».


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