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Wael Farouq: «I musulmani d’Occidente sono l’arma per sconfiggere l’islamismo dell’Isis»

Il professore musulmano che insegna anche all’università Cattolica di Milano: «La paura degli occidentali è giustificata, ma se ci si ferma qui si fa un favore all’islam politico che in fondo è un’ideologia simile al fascismo e al nazismo». L’intervista

di Redazione

Egiziano, musulmano, classe 1974, Wael Farouq è, fra i tanti altri impegni, professore di lingua araba all’American University e docente di Scienze Islamiche alla Facoltà Copto-Cattolica di Sakakini del Cairo. A Milano insegna “Scienze linguistiche e lingue straniere” all’Università Cattolica. A lui, nel giorno dell’arresto della cellula dell’Isis a Inzago in provincia di Milano, abbiamo chiesto come interpretare l’escalation di stragi di matrice islamista che ha portato al terribile triplice attentato del 26 giugno.

Professore, i cittadini occidentali si sentono sempre di più sotto assedio da parte di un nemico quasi invisibile. Sbagliano?
No, non posso dire che sbaglino. È un atteggiamento giustificato. Non posso dire che il popolo occidentale è impreparato e non capisce le dinamiche del terrorismo. Il terrorismo oggi non è una struttura chiara, è un’ideologia. L’Isis rappresenta un grande pericolo perché non è né un'organizzazione né una persona, ma un'ideologia che agisce come un virus ed esiste già l'ambiente adatto perché possa attivarsi e fare grande danno. Basta poco per produrre un disastro. Basta uno che soffra di questa ideologia, che non sappia come riempire di senso la sua vita, basta che questa persona vada su internet e si procuri una bomba. È semplice. In questo senso tutti sono pericolosi, e per questo è giustificato il senso del pericolo. Ma fermarsi a questa constatazione è ancora più pericoloso.

In che senso?
Se ci fermiamo alla paura, l’effetto sarà quello di generare ancora più terrorismo. Occorre capire da dove viene questo terrorismo. Occorre distinguere fra musulmani e islamisti.

L’Isis rappresenta un grande pericolo perché non è né un'organizzazione né una persona, ma un'ideologia che agisce come un virus ed esiste già l'ambiente adatto perché possa attivarsi e fare grande danno

E come si fa?
I musulmani sono le persone di fede islamica. Gli islamisti sono quelli che trasformano la religione in ideologia e sono pronti a morire e uccidere per renderla dominante. Una persona che prega, digiuna e rispetta la propria tradizione religiosa è un musulmano, ma una persona che considera la propria tradizione religiosa come un progetto politico per purificare le altre tradizioni (che ritiene corrotte) è un islamista. L’islam politico non è una scelta che si fa per se stessi, è una scelta che si cerca in tutti i modi di imporre agli altri. Solo i musulmani possono fermare gli islamisti.

Ma in concreto gli occidentali che strumenti hanno per distinguere?
In questi ultimi anni è diventato chiaro anche agli occhi degli europei chi sono le persone, le strutture e le organizzazioni che diffondono l’ideologia islamista, chi sono i religiosi e chi sono gli ideologici. Teniamo presente che quella islamista è un’ideologia nata e cresciuta nel secolo scorso. Il mondo occidentale attraverso il potere economico e coloniale fino ad ora ha sempre utilizzato questa ideologia per fini politici ed economici. I Fratelli Musulmani hanno avuto un grande aiuto dalla Compagnia del canale di Suez. I Fratelli Musulmani sono stati l’arma degli inglesi contro il partito laico, liberale e secolarizzato che voleva l’indipendenza dell’Egitto. Questa è storia, questi sono fatti. E la stessa cosa è avvenuta in India contro Gandhi e così è nato il Pakistan. Clinton ha confessato che Al Qaeda è stata creata dagli Stati Uniti. Isis stessa: ci sono tanti giornalisti e generali che dicono che è una creazione americana. Ben inteso: non sto dicendo che quello che sta facendo oggi Isis è responsabilità degli occidentali. Sarebbe un grave errore pensarlo. La violenza che vediamo oggi è presente nel pensiero dell’islam politico. Ed è stata utilizzata dal potere occidentale. Ma attenzione occorre intendersi quando parliamo di Occidente.

Il mondo occidentale attraverso il potere economico e coloniale fino ad ora ha sempre utilizzato questa ideologia per fini politici ed economici

Lei cosa intende?
In Europa vivono milioni di musulmani che lavorano e sono integrati: pagano le tasse e sono cittadini europei. Ma al tempo stesso in Occidente vivono anche criminali islamisti. E i cosiddetti esperti commettono un crimine quando dicono che c’è un islam moderato e un islam radicale. Questa distinzione non esiste. Ci sono i musulmani e c’è l’islam politico, che non può essere per natura moderato. Come non si può definire un nazismo o un fascismo moderato, lo stesso vale per l’islam politico. Noi dobbiamo combattere l’islam politico così come abbiamo combattuto i fascisti e i nazisti. Ma non si può combattere il nazismo sostenendo il fascismo. Quello che non è più accettabile è il buonismo di chi dice dobbiamo rispettare l’altro pensando che l’altro sia l’islam radicale. L’altro sono i musulmani, non gli islamisti.

Posizioni come la sua che tipo di seguito hanno nelle opinioni pubbliche dei paesi di fede musulmana?
L’islam politico è caduto in Tunisia con le elezioni e in Egitto con la rivoluzione. La caduta dell’islam politico è la più grande eredità che ci hanno lasciato le Primavere arabe e adesso quando un musulmano vuole insultare un altro musulmano gli dice “sei un fratello!”. Come tantissime sono le barzellette musulmane sull’islam politico.

Noi dobbiamo combattere l’islam politico così come abbiamo combattuto i fascisti e i nazisti. Ma non si può combattere il nazismo sostenendo il fascismo. Quello che non è più accettabile è il buonismo di chi dice dobbiamo rispettare l’altro pensando che l’altro sia l’islam radicale. L’altro sono i musulmani, non gli islamisti.

Manuel Valls in Francia parla ormai apertamente di guerra di civiltà, lei cosa ne pensa?
I responsabili di questa guerra contro la civiltà non sono solo musulmani. Sono anche i cristiani che vendono le armi all’Isis, e i cristiani che comprano il petrolio dell’Isis. E ancora i cristiani che non fanno nulla. Ehud Barack qualche giorno fa in un’intervista al Jerusalem Post ha detto che se vogliamo veramente possiamo finire l’Isis in due giorni. Del resto stiamo parlando di 30/40 mila soldati senza aerei e senza carri, ma solo col kalashnikov. Chi può credere che l’occidente non sia in grado di fermare l’Isis? Non è una guerra di civiltà perché non solo i criminali sono sia occidentali sia islamisti, ma anche le vittime sono sia occidentali sia musulmane. Le vittime musulmane del terrorismo sono 10 volte di più di quelle occidentali. Questa è una guerra fra il bene e il male.

Se fosse un occidentale oggi andrebbe in vacanza in Tunisia?
No, l’obiettivo del terrorismo in Tunisia è uccidere gli occidentali. Questo ormai è evidente. È parte dell’ideologia fascismo-islamista. Lo ripeto: l’islam politico non è la medicina è il sintomo della malattia.

E se fosse un leader di un paese europeo, qual è il primo provvedimento che prenderebbe?
Sono sicuro che tutti i servizi segreti di tutti i Paesi occidentali sanno dov’è il pericolo. Non ho capito perché non agiscano.

Come fa ad essere così sicuro?
Senta, negli anni 80 quando è partito il movimento dell’islam politico, il paradiso degli islamisti era l’Europa. Londra, l’Italia. Sono venuti qui perché in Egitto, per esempio c’era la tortura. E giustamente sono stati accolti. Ma l’intelligence li conosce. La domanda da farsi è perché hanno così tanta presa qui in occidente.

I musulmani europei sono la chiave per battere gli islamisti. Questi musulmani sono un vantaggio, non una minaccia, se capiamo che essi non rappresentano l'Islam in Europa, ma sono europei musulmani

Lei come lo spiega?
Il nodo non è la povertà o la mancanza di istruzione è l’assenza del significato della vita di cui soffrono tanti ragazzi di fede musulmana e di formazione culturale europea. I media italiani che legano la condizione di miseria o di ignoranza al terrorismo, sono la cassa di risonanza dell’ideologia dell’Isis. Perché veicolano tutti i messaggi dell’Isis. Io per esempio se fossi un leader europeo non permetterei la messa in onda delle immagini dell’Isis. L’obiettivo della propaganda islamista sono ragazzi appena maggiorenni o poco più che ventenni. Il terrorista della spiaggia tunisina era un ragazzo che andava in discoteca, che ballava la break dance. Eppure l’Europa avrebbe una grande opportunità.

Quale?
Qui da noi vivono 20 milioni di musulmani europei a tutti gli effetti occidentali. Ma vivono in ghetti, sono invisibili. Questa è una falsa integrazione. Un’Europa fedele ai suoi principi dovrebbe rendere visibili questi suoi cittadini, nella società civile, nell’università, nei partiti politici, nel governo. Integrazione significa visibilità. I musulmani europei sono la chiave per battere gli islamisti. Questi musulmani sono un vantaggio, non una minaccia, se capiamo che essi non rappresentano l'Islam in Europa, ma sono europei musulmani. Pensiamo a un ragazzo nato qui, che parla italiano, ma non la lingua dei genitori, che guarda film italiani, che mangia cibo italiano, che legge libri italiani: come possiamo dire che non sia un occidentale? Di fede musulmana, ma è un occidentale. Distinguere fra occidente e islam è un errore, forse il più grave pregiudizio che si sta compiendo in Europa. L’islam europeo è un dono che stiamo ricevendo e potrebbe essere un grande vantaggio per l’umanità. È a loro che dobbiamo chiedere di dare l’esempio. La prima linea di resistenza contro l'Isis sono gli europei musulmani. L'Islam europeo è l'unico vaccino che può immunizzare l'Europa contro il virus dell'Isis. Oggi invece dettano legge gli islamisti radicali. Questo perché l’Europa tratta questi 20 milioni come individui invisibili (ma non come persone con una loro fede, la loro cultura) o solo come musulmani (ma non cittadini occidentali) e quindi come nemici. È una morsa da cui dobbiamo uscire. Questo il problema dietro cui si cela la soluzione.


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