Cooperazione & Relazioni internazionali

Nella ricca Germania i poveri sono 12,5 milioni

Doveva essere il modello, sociale ed economico, per l'Europa unita. Eppure, nel 2014 la Germania ha mostrato tassi di disunità sociale, di povertà e disoccupazione tra i più alti dal tempo della riunificazione. Un segnale d'allarme per tutti: il sistema tedesco è fragile. E avanzano i nuovi populismi

di Marco Dotti

Doveva essere il paradiso in terra d'Europa, il luogo perfetto per chi vuole certezze, lavoro, vita e famiglia. Per anni, ci hanno raccontato questo della Germania: poca burocrazia, belle scuole, sanità perfetta, un'integrazione pacifica con gli ex "straccioni" dell'est e molto sviluppo. Ci hanno raccontato che "da loro" un operaio guadagna in media quanto un dirigente "da noi" e se lasci Napoli, Cosenza o Milano qui un impiego lo trovi sicuro, anche se il cervello decidi di lasciarlo a casa. Quante storie abbiamo letto, ascoltato, sbirciato tra schermi e pagine che raccontavano la vita felice nell'era della Bundesrepublik Deutschland?

Da un lato hanno messo la Grecia, Paese di lazzaroni e parassiti, l'Europa mediterranea insomma. Gli analisti americani l'hanno addirittura inclusa in un acronimo, Pigs, i "maiali": Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.

Dall'altra, ci hanno messo l'Europa weberiana, calvinista, tutta lavoro e fatica. La Germania di frau Merkel, insomma. Peccato che quella Germania sia scossa da scioperi e proteste, che per la sanità non ci sia stazione che non pubblicizzi viaggi "low cost" in Turchia, che del disastro aereo della Germanwings non ne parli più nessuno e che lo stipendio medio di un ragazzo al primo impiego sia più basso di quelli degli stagisti dell'Expo.

Era questo il paradiso sognato dagli editorialisti a cottimo, impiegati a sparar giudizi sul disastro altrui?

Oggi, su 82milioni 531mila abitanti 12,5milioni vivono in condizioni di povertà estrema e vengono classificati come poveri dall'ente nazionale di statistica. Si tratta del dato più alto mai registato dalla riunificazione tra le due Germanie.

"Povero", secondo le rilevazioni ufficiali tedesche, è chi ha un reddito famigliare inferiore del 60% rispetto al reddito medio, sussidi sociali e di disoccupazione compresi.


Tra questi poveri, figurano anche 3,1miliioni di lavoratori regolari, mentre più di 900mila tedeschi, nel 2014, hanno rinunciato alla loro automobile, non certo perché amanti del verde o delle piste ciclabili, ma perché non se la possono più permettere.

Se ne è accorto persino Foreing Policy che in un articolo del 5 maggio scorso, firmato da Sumi Somaskanda, titolava: "La ricca Germania ha un problema di povertà".

A preoccupare, però, non sono tanto le cifre, relative o assolute, ma la crescita del divario tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Sul piano politico, in Germania come in Europa, questo significa una polarizzazione non più fra destra e sinistra, ma fra alto e basso. Non a caso, movimenti fortemente controversi di matrice populista, come Pegida, stanno cominciando a raccogliere voti, oltre che consensi, lavorando su questa nuova polarità.

Se l'Europa politica non è forse mai esistita, quella geografica si appresta a scoppiare, non certo per colpa del referendum greco, ma a causa di disparità economiche e sociali oramai ingiustificabili da qualsiasi sistema voglia ancora qualificarsi "democratico" senza sentirsi ridicolo.


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