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L’invito del Csi: Acquatica Park diventi la Casa delle Associazioni

Bilancio positivo dopo il primo mese di gestione del Centro sportivo italiano. Il presidente Achini: «Mi piacerebbe che questo luogo diventasse il punto di raccordo del non profit della città»

di Redazione

È passato poco più di un mese da quando il comitato di Milano del Csi (Centro sportivo italiani) ha prese in mano la gestione dell’ Acquatica Park, il parco acquatico più importante del capoluogo milanese. Una sfida (anche imprenditoriale) per l’ente guidato da Massimo Achini è stata una delle prime sperimentazioni imprenditoriali di una certa portate.

Presidente Achini, quante sono state le presenze in questo primo mese di attività?
Ad oggi abbiamo registrato oltre 60mila presenze provenienti dagli oratori. A cui vanno aggiunti, sempre dal circuito delle parrocchie, 4.800 animatori che ci stanno aiutando a trasformare questo posto non solo in un luogo del divertimento, ma anche in un polo educativo. Se poi vuole il dato delle presenze effettive, al di là della specifica sugli oratori (la Fom è partner del progetto, ndr) le posso dire che abbiamo chiuso il mese di giugno con 60mila biglietti staccati: assolutamente in linea con il business plan. Aggiungo che con la nostra gestione abbiamo dato lavoro a 98 ragazzi.

Può essere il primo passo di una politica associativa che guarda sempre di più al modello dell’impresa sociale?
Non corriamo troppo. Adesso l’obiettivo è di chiudere positivamente questa esperienza, il cui potenziale non è ancora del tutto espresso.

In che senso?
Mi piacerebbe che Acquativa diventasse una Casa delle associazioni. Solo ieri qui c’erano 5mila persone. Credo che per tutto il non profit milanese possa costituire un’occasione importante aprire un canale di contatto con questi ragazzi. Le porte del Csi sono aperte: parliamoci.


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