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Progetto Arca, nel nuovo hub un’accoglienza sempre più valida

Inaugurati gli spazi dell'ex Dopolavoro Ferroviario in Stazione Centrale: i locali sono a disposizione delle associazioni che si occupano dei profughi in transito nel capoluogo lombardo

di Antonietta Nembri

L’accoglienza dei profughi in transito a Milano ha ora a disposizione uno spazio ad hoc molto più grande dove l’hub attivato il 16 maggio scorso si è trasferito. Stiamo parlando dei 450 mq dell’ex dopolavoro ferroviario di via Tonale. Uno spazio reso agibile a tempo di record grazie all’impegno del Genio Militare con fondazione Progetto Arca e Protezione civile.

«Dato il flusso continuo di profughi in transito a Milano proseguiamo giorno dopo giorno nel nostro lavoro mettendo in campo ogni risorsa di cui disponiamo per offrire insieme ai partner con cui lavoriamo, sempre più umanità e competenza alle persone che accogliamo e sicurezza ai cittadini con cui veniamo in contatto» afferma Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca. «In quest’ottica certamente la nuova sistemazione dell’hub negli spazi del Dopolavoro Ferroviario ci permette di offrire un’accoglienza sempre più valida e adeguata a coloro che arrivano affaticati, spaesati e bisognosi di spazi in cui respirare, comprendere, organizzarsi e fidarsi, accettando la nostra ospitalità, in particolare penso ai bambini per cui abbiamo allestito uno spazio dedicato»

Fondazione Progetto Arca onlus è impegnata sul fronte dell’accoglienza dei profughi in transito dall’ottobre 2013, in pratica dall’inizio del grande esodo di massa che Milano vede quotidianamente nel passaggio delle decine di migliaia di uomini, donne e bambini scappati da Paesi dimenticati.
Oltre ad accogliere ogni giorno centinaia di famiglie e singoli nei centri di via Aldini e via Mambretti (proprietà del Comune di Milano e gestiti da Progetto Arca, in zona Quarto Oggiaro), la fondazione dal 16 maggio scorso gestisce la prima accoglienza dei profughi nell’hub della Stazione Centrale.

Ogni giorno, 7 giorni su 7, dalle ore 14 alle 22 (o fino all’ora in cui terminano gli arrivi e le registrazioni dei migranti, spesso verso mezzanotte); 5 operatori e 10 volontari – capaci di entrare in relazione con le persone parlando inglese, francese, arabo e tigrino – provvedono con acqua e cibo alle centinaia di persone in arrivo ogni giorno, in attesa di accompagnarle nei centri di accoglienza. Sono questi i numeri di Progetto Arca nella gestione di questa prima accoglienza.

Sinigallia sottolinea anche quanto sia «Fondamentale e incredibile la rete spontanea di associazioni, organizzazioni e privati che si è costituita e che dà un grande valore aggiunto al singolo lavoro di ognuno di noi». Basti pensare al contributo di Terre des Hommes con i kit di igiene personale, grandi quantità di acqua, un mediatore culturale e un frasario multilingue per la mediazione culturale; o all’assistenza ai bambini della Fondazione L’Albero della Vita e Save the Children; la disponibilità di Informatici senza frontiere che permette ai migranti, con le postazioni pc donate all’hub, di mettersi in contatto con i propri familiari. Da non trascurare poi le donazioni continue da parte di tantissimi cittadini di abiti, scarpe e oggetti per la pulizia personale.


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