Welfare & Lavoro

Bambini e ragazzi italiani: per loro troppa tv e poco sport

Resi noti i risultati della nuova ricerca Ipsos per Save the Children e gruppo Mondelēz sullo stile di vita dei ragazzi italiani e presentato il bilancio del progetto "Pronti, Partenza, Via!" realizzato in partnership con Csi e Uisp per diffondere buoni stili di vita e favorire la socialità

di Antonietta Nembri

Uno su cinque non fa sport nel tempo libero e la motivazione per il 27% di loro è nella mancanza di possibilità economiche della famiglia. Non solo, uno su dieci non lo fa neppure a scuola per mancanza di spazi adeguati. È questo uno dei dati che emerge dalla nuova ricerca Ipsos per Save the Children e Gruppo Mondelēz sullo “Stile di vita dei bambini e ragazzi italiani”, diffusa oggi insieme ai risultati del progetto “Pronti, Partenza, Via!” che la ong promuove con Mondelēz International Foundation in partnership con il Centro Sportivo Italiano (Csi) e Uisp (Unione italiana sport per tutti), nelle aree periferiche di 10 città italiane (Ancona e Aprilia, Bari, Catania, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Sassari e Torino) a favore della pratica motoria e sportiva e dell’educazione alimentare dei bambini. Con il patrocinio della società italiana di pediatria, il progetto ha coinvolto negli ultimi quattro anni 96mila beneficiari tra bambini e genitori, mentre sono 1400 i professionisti interessati alle attività.

Visti i risultati raggiunti il progetto proseguirà nel 2016 e sarà esteso anche a Roma (quartiere Torre Maura, in collaborazione con Associazione Antropos onlus), Brindisi (in collaborazione con Cooperativa Sociale Solidarietà e Rinnovamento), Gioiosa Ionica (in collaborazione con Associazione Don Milani onlus) e Scalea (in collaborazione con Libera), all’interno delle attività dei Punti Luce di Save the Children, strutture “ad alta densità educativa” dove bambini e adolescenti possono studiare, giocare, avere accesso ad attività sportive, culturali e creative. (Nella gallery le immagini delle attività del progetto a Sassari, Torino, Milano e Genova)

Tornando alla ricerca Ipsos (in allegato) ne emerge il ritratto di bambini e ragazzi abbastanza attenti all’alimentazione e che pur praticando attività sportive passano tanto tempo chiusi in casa davanti a tv e videogiochi, o leggendo un libro. Il 62% dichiara di passare il tempo libero in casa o a casa di amici; solo il 44% dei ragazzi dichiara di trascorrere con i genitori più di un’ora di tempo nei giorni lavorativi, mentre nel weekend uno su quattro fa attività con i propri genitori per meno di un’ora.

Quando i ragazzi sono a casa, in media trascorrono 55 minuti al giorno su internet, 47 minuti giocando con i videogame; dal lunedì al venerdì passano in media 71 minuti al giorno davanti alla Tv, tempo che si allunga a 84 minuti nei fine settimana. Il 12% di loro sta davanti alla televisione più di tre ore al giorno durante i giorni feriali, percentuale che sale al 20% nel weekend. Circa uno su sei sta su internet e gioca ai videogame per lo stesso lasso di tempo.

Bassa la considerazione dei ragazzi per l’importanza della pratica sportiva che non esaurisce certo le occasioni di fare sport o movimento. Tuttavia la sedentarietà dei ragazzi si conferma considerando che un intervistato su quattro dichiara di camminare non più di 15 minuti al giorno, dato che aumenta a uno su tre nel Centro Italia; solo il 4% afferma di percorrere a piedi più di un’ora al giorno. Due su cinque vanno a scuola accompagnati in macchina da un familiare e gli altri si muovono utilizzando mezzi pubblici (17%), a piedi (28%) o con la bicicletta (15%). Migliora l’uso della bicicletta che rispetto alla rilevazione Ipsos del dicembre 2013 segnala un incremento del 6% e che riferita ai ragazzi tra gli 11 e i 13 anni sale al 22%.

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Tra i dati della ricerca anche le abitudini alimentari e, secondo quanto dichiarano i loro genitori, il 74% di loro mangia frutta e verdura almeno una volta al giorno, ma il 22% dei bambini e ragazzi non ha l’abitudine di fare colazione tutte le mattine. Un bambino su due mangia a pranzo con almeno un genitore (52%) e il 27% lo fa a mensa con i compagni. A cena la famiglia italiana sembra riunirsi intorno al tavolo: l’87% dei ragazzi dichiara di cenare sempre o quasi con i genitori. Quattro bambini su 10 affermano però di farlo ogni giorno con la TV accesa.I bambini e gli adolescenti passano gran parte del loro tempo libero chiusi in casa o a casa di amici, stando a quanto riporta il 62% dei genitori intervistati. La carenza di luoghi di aggregazione incide sicuramente sulla scelta di passare del tempo in casa, dove 57% ascolta musica, il 49% legge, il 22% afferma di aiutare in casa nei lavori domestici, mentre il 17% suona uno strumento musicale.

Molto indicativi i desideri espressi da bambini e ragazzi: il 36% desidererebbe avere una pista dove andare in bicicletta, sui pattini o sullo skateboard e il 34% ha il sogno di avere una piscina nel quartiere. Il 28% di loro si accontenterebbe di un parco giochi con le panchine, l’erba e gli alberi.

«Le difficoltà economiche delle famiglie e la mancanza di spazi pubblici adeguati obbligano molti bambini e ragazzi a rimanere in casa per lunghe ore. Per questo motivo rischiano di diventare sempre più sedentari e disabituati a confrontarsi coi loro coetanei. Sono bambini e ragazzi che, anche solo con un parco giochi, degli alberi e delle panchine, potrebbero cambiare le loro abitudini, correndo meno il rischio di perdere la socialità tipica della loro età», spiega Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children Italia. «Sono troppi i ragazzi esclusi dall’opportunità di svolgere sport e spesso queste attività sono relegate alle poche ore previste nel programma scolastico e questo non basta a dare a questi bambini e ragazzi la necessaria educazione all’attività fisica e al movimento».

Per quanto riguarda l’alimentazione e le regole della buona tavola un preoccupante 13% dei genitori – rimarca una nota di Save the Children – afferma di non conoscere alcuna regola di base per nutrire i propri figli in maniera adeguata alla loro crescita sana, una percentuale cresciuta rispetto al 9% del 2011, che diventa ancora più alta nel Sud e nelle isole. Ma tra il conoscere le regole e l’applicarle nella vita quotidiana, c’è una bella differenza. Solo il 66% dei genitori dichiara di metterle in pratica sempre o il più spesso possibile.

«Abbiamo voluto presentare questa ricerca sulle abitudini e gli stili di vita dei bambini e dei ragazzi in Expo, perché per nutrire il pianeta dobbiamo partire proprio da loro e da come vivono l’importanza dell’alimentazione e dell’attività fisica nella loro vita», continua Raffaela Milano. «La ricerca ha fatto emergere anche quest’anno come i genitori abbiano la percezione reale di alcuni problemi e per questo dobbiamo sostenere i genitori nello sforzo quotidiano di far seguire ai propri figli un’alimentazione corretta. C’è bisogno di più informazione e i pediatri, le scuole e i media possono giocare un ruolo significativo in questa partita».

Secondo quanto emerge dalla ricerca Ipsos, per un intervistato su quattro il problema del sovrappeso e dell’obesità infantile riguarderebbe oltre il 30% dei bambini, fenomeno che secondo il 65% genitori è ancora più grave tra quelli in età di scuola primaria.
Si consolidano inoltre abitudini poco sane, come quella di non fare la prima colazione tutte le mattine, che si riscontra in media nel 22% dei bambini e dei ragazzi, abitudine che peggiora col crescere dell’età. Lo spuntino, invece, è una positiva consuetudine che riguarda quasi 3 minori su 4. Solo uno su tre dichiara di fare la merenda sia a metà mattina che a metà pomeriggio, consumando quindi i cinque pasti consigliati al giorno.

Venendo al progetto “Pronti, Partenza, Via!” che promuove uno stile di vita più sano, Raffaella Milano spiega che «l’intervento è consistito nel recupero e messa in opera di spazi come campi da gioco, percorsi sportivi, spazi verdi, campi polivalenti, skate e roller park, piste podistiche e ciclabili, con l’obiettivo di farne dei luoghi aperti a tutto il quartiere, contribuendo così a contrastare fenomeni di emarginazione ed esclusione sociale. Inoltre sono state organizzate sessioni informative su alimentazione e stili di vita salutari, all’interno delle scuole primarie e sono stati aperti 10 punti informativi dove le famiglie possono incontrare professionisti, come nutrizionisti e pediatri. I due partner Csi e Uisp con i quali abbiamo percorso questi quattro anni di strada sono stati fondamentali nell’implementazione di questo progetto e anche grazie a loro abbiamo potuto creare e realizzare delle buone pratiche per la diffusione di stili di vita più salutari per i nostri bambini e ragazzi».

«Stare bene per un bambino o un adolescente non ha un significato legato solo alla salute, ma anche alla socialità e alla possibilità che hanno di relazionarsi con il mondo che li circonda. Mondelēz International Foundation ha creduto sin dall’inizio nell’importanza che questo progetto poteva avere sulla vita di questi ragazzi e il successo di questi anni ci ha spinto a continuare nel supporto che stiamo offrendo a Save the Children per migliorare gli stili di vita di tanti bambini che vivono in città dove spesso non hanno luoghi né opportunità per fare l’attività fisica necessaria alla loro crescita. Per questo oggi siamo lieti di annunciare non soltanto la continuazione del progetto, ma la sua estensione ad altre quattro città», ha dichiarato Stefano Robba, direttore Corporate Affairs Mondelēz.


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