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Cooperazione & Relazioni internazionali

Set4food la tecnologia sostenibile per il cibo

Presentato a Expo il progetto gestito da Coopi, Politecnico di Milano e Fondazione Politecnico che esplora le soluzioni energetiche innovative che migliorano cottura e conservazione del cibo nei campi profughi e negli insediamenti informali

di Redazione

Esplora soluzioni innovative per migliorare l’accesso all’energia per la cottura e la conservazione del cibo nei campi profughi e negli insediamenti informali presenti nel mondo: questo fa il progetto Set4food (Sustainable Energy Technologies for Food Utilization) gestito da Coopi – Cooperazione internazionale, Politecnico di Milano e Fondazione Politecnico di Milano. Quattro i progetti pilota attivati in Africa e Medio Oriente in cui viene proposta una metodologia di intervento esportabile in tutti i Paesi per agevolare le condizioni di vita di rifugiati e sfollati che lo scorso anno hanno raggiunto la cifra record di 59,5 milioni di persone.

In Libano, per esempio, un sistema di generazione ibrido, alimentato dal vento e dal sole, fornisce energia ad alcuni grandi frigoriferi che fanno sì che le numerose famiglie di rifugiati siriani possano conservare in modo appropriato il cibo. Oltre al Libano sono stati avviati in Somalia, ad Haiti e nella Repubblica Centrafricana i progetti pilota di Set4food che hanno l’obiettivo di sperimentare soluzioni energetiche efficienti e sostenibili per la cottura e la conservazione del cibo. Il progetto, gestito dalla ong Coopi con il Politecnico di Milano e la sua Fondazione, cofinanziato dalla Commissione Europea – Humanitarian Aid & Civil Protection Department (Echo), viene presentato oggi a Expo nel corso di una giornata dedicata al legame tra energia e cibo che ha la collaborazione del Maeci, all’interno delle iniziative organizzate nell’ambito dell’Anno europeo per lo Sviluppo.

Secondo Giampaolo Cantini, Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, «Expo rappresenta una eccezionale opportunità per focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su temi essenziali per lo sviluppo, inclusi quelli relativi alle grandi emergenze umanitarie in aree di crisi, come il dramma dei rifugiati. In questo senso, il progetto Set4food, finanziato dalla Commissione Europea, contribuisce ad individuare soluzioni innovative e sostenibili al problema della sicurezza alimentare nei campi profughi».

Nei campi profughi, la sicurezza alimentare dipende in larga parte dalla disponibilità di energia, che determina le pratiche di cottura e conservazione degli alimenti. L’energia, inoltre, ha pesanti ripercussioni anche su aspetti quali la sicurezza personale, l’educazione e la salute. Una corretta conservazione del cibo, per esempio, mantiene le proprietà nutritive degli alimenti e riduce il rischio di contrarre malattie. Per questo motivo le soluzioni tecnologiche adottate devono essere sostenibili, e cioè disponibili a prezzi accessibili, non pericolose e caratterizzate da un ridotto impatto ambientale. Anche nell’emergenza l’innovazione tecnologica disegnata attorno al contesto specifico può migliorare la qualità della vita dei profughi, e ridurre la pressione esercitata dai campi sulla comunità ospitante sia in termini sociali che ambientali, intervenendo così anche su alcune delle cause di tensioni e conflitti.

Il progetto (nel video la presentazione), iniziato nel giugno del 2014, terminerà nel dicembre di quest’anno. Durante questi mesi, per valorizzare e trasferire in modo adeguato l’esperienza e la conoscenza maturata dagli attori che hanno collaborato al progetto, è stato messo a punto uno strumento particolarmente innovativo di supporto alle decisioni (Decision Support System – Dss). Sviluppato dal Politecnico di Milano, attraverso la Cattedra Unesco “Energia per lo Sviluppo Sostenibile” del Dipartimento di Energia, questo strumento ripercorre in modo guidato il processo logico che esperti di energia e cooperazione hanno seguito nella realizzazione dei casi pilota, e suggerisce una panoramica delle soluzioni più adatte ad affrontare le necessità e i vincoli che si presentano in contesti differenti. Il Dss porta l’utente a una selezione preliminare delle tecnologie più adatte per conservare e cuocere il cibo, per depurare l’acqua e per garantire una adeguata illuminazione, tenendo in considerazione vari parametri non solo che caratterizzano lo specifico contesto di intervento.

«Proporre soluzioni innovative in contesti di emergenza umanitaria è una sfida complessa, che obbliga a integrare nei processi di progettazione convenzionale una molteplicità di vincoli sociali e di condizioni ambientali, climatiche e culturali che influenzano tali soluzioni tecnologiche che le persone dovranno adottare», sottolinea Emanuela Colombo, delegato del Rettore del Politecnico per Cooperazione e Sviluppo. «Nel partecipare a questo progetto, il Politecnico di Milano, lavorando con altri attori del settore, mira a perseguire la propria strategia di mettere sempre più servizio delle sfide che la società globale è chiamata ad affrontare, le competenze e le conoscenze che sono proprie della ricerca scientifica per contribuire a uno sviluppo più equo».

Nei prossimi mesi continueranno le attività di formazione e confronto rivolte a operatori umanitari e attori internazionali, ai quali saranno presto destinati nuovi workshop tenuti da Coopi e dal Politecnico di Milano. Un corso online di e-learning fruibile da tutti è stato sviluppato ed è accessibile tramite una piattaforma Web progettata dalla Fondazione Politecnico di Milano. Il corso, ora disponibile in inglese, sarà a breve tradotto anche in francese e spagnolo.

L’esperienza di Coopi nell’ambito della cooperazione internazionale e dell’intervento umanitario ha permesso di individuare i Paesi dove realizzare i quattro progetti pilota per testare il Dss e le innovazioni proposte: in Repubblica Centrafricana, per esempio, sono stati installati due impianti solari di diversa tipologia, che forniranno energia a vari congelatori e ad una stazione “comunitaria” di ricarica per telefoni cellulari. Grazie al sistema di monitoraggio da remoto di cui è dotato, il “doppio” sistema permetterà di confrontare due diverse tecnologie così da comparare la loro efficienza nelle condizioni climatiche caratteristiche dell’Africa centrale.

«Set4food esplora nuove prospettive con cui guardare gli spostamenti forzati di persone e soprattutto apre nuove vie per interventi umanitari in supporto a tali comunità in movimento» osserva Ennio Miccoli, direttore di Coopi. «Inoltre Set4food non solo interviene su un aspetto fondamentale per la vita, quale l’utilizzo di cibo, ma considera anche le opportunità che si posso aprire grazie ad un migliore accesso all’energia. Tale visione multisettoriale è la strategia con cui Coopi ha sempre operato per rispondere ai bisogni della persona in modo completo e, così facendo, rispettandone la dignità e generando occasioni di sviluppo».


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