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Riforma, le Misericordie: «Aspettavamo un percorso più condiviso e più rapido»

Il presidente della Confederazione Roberto Trucchi esprime le sue perplessità per le lungaggini nell’approvazione della legge e la mancanza di coinvolgimento del mondo del volontariato

di Marina Moioli

Tradisce grande preoccupazione Roberto Trucchi, presidente della Confederazione delle Misericordie d’Italia, quando parla dello slittamento a settembre della Riforma del Terzo settore. «Francamente è talmente tanto tempo che se ne parla che iniziamo a temere. Avevamo iniziato con tanta speranza perché pensavamo che la riforma potesse portare qualcosa di importante. Invece nel testo, almeno finora, non abbiamo trovato grandi novità e aperture sul volontariato. Siamo abbastanza perplessi e molto preoccupati», commenta.

«Noi siamo la realtà più grande del volontariato in Italia e come Misericordie avevamo preparato un documento che a suo tempo abbiamo inviato al governo», aggiunge. «Speravamo che venisse riconosciuto all’associazionismo l’aspetto di “comunità” radicata nel territorio, come anticipatore delle urgenze sociali. Nella nuova legge, invece, non c’è niente di tutto ciò. Speravamo anche che fosse difesa di più la titolarità del volontariato italiano che ha ancora tante difficoltà, ad esempio sull’affidamento delle gare: una cosa, questa, che è nelle cronache di tutti i giorni. Sule norme dell’affidamento dei servizi è invece importante fare chiarezza, mettere dei paletti molto chiari. Occorre fare un sistema che possa garantire tutti».

Sull’iter della Riforma Trucchi preferisce però non fare previsioni: «Al momento tutto mi sembra molto nebuloso», dice. «Eravamo partiti con molta lena, però dopo i primi approcci non c’è più stato un seguito. Speravamo e pensavamo che anche associazioni come la nostra fossero coinvolte, e invece… Pensavamo e crediamo di essere in grado di dire la nostra. Ma al di là di un paio di incontri non è successo niente. Insomma: ci aspettavamo un percorso più rapido, ma soprattutto più condiviso».


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