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La fabbrica anti-camorra Cleprin distrutta da un incendio

Confcooperative Campania chiede chiarezza e denuncia la solitudine di chi agisce per la legalità. E oggi alle 17,30 il territorio si mobilita contro l’intimidazione dolosa all’azienda del Casertano in prima fila nella lotta alla criminalità

di Marina Moioli

«Potete bruciare tutto, ma non riuscirete mai a mandare in fumo un sogno». È uno dei messaggi che si possono leggere sulla pagina Facebook della fabbrica di detersivi ecocompatibili Cleprin di Sessa Aurunca, molto conosciuta nel Casertano anche per il suo impegno per la crescita della comunità, che è stata quasi completamente distrutta dalle fiamme.

Ieri notte si è sviluppato l’incendio che ha completamente devastato il sito produttivo dell'imprenditore Antonio Picascia che, qualche anno fa, aveva fatto arrestare e condannare gli estorsori del clan Esposito. Un gesto di coraggio, il suo, che è stato ricordato ieri sera, in occasione della visita del presidente dell’Anac Raffaele Cantone al bene confiscato intitolato, a Maiano di Sessa Aurunca, alla vittima innocente Alberto Varone. La “strana” coincidenza lascia pensare alla pista dolosa, anche perché sul posto si sono sviluppati vari focolai.

«C’è un allarme fortissimo nel nostro territorio e questo ultimo episodio ci preoccupa molto perché non è l’unico. Nei giorni scorsi ci sono stati altri avvertimenti e tutti rivolti a realtà in prima fila nella lotta alle mafie», commenta Maria Patrizia Stasi, presidente di Confcooperative Campania. «L’incendio della Cleprin è un atto vile. Si colpisce ancora una volta al cuore un presidio di legalità e di impegno sul territorio. La Cleprin è un’eccellenza, una risorsa per il nostro territorio e non va lasciata sola. Da anni attenta al sociale, collaborava con le nostre cooperative di inserimento lavorativo, dando opportunità concrete alle persone in difficoltà. Chiediamo che vanga fatta chiarezza e che l’impresa non venga lasciata sola. Sarebbe una sconfitta, una perdita troppo grande e incolmabile. La Regione e lo Stato facciano la loro parte, subito», aggiunge la responsabile regionale di Confcooperative, annunciando la mobilitazione prevista per oggi alle 17,30 davanti alla fabbrica bruciata.

«Accanto alla fabbrica, che impiegava circa una quarantina di dipendenti, si è subito creato un sit in di centinaia di persone. Si è mobilitata tutta la rete civile della zona e per la manifestazione di oggi stanno arrivando centinaia di persone, anche con i pulmann, da diverse parti della Campania», spiega Giuliano Ciano, presidente del consorzio Nca, accorso fin da stanotte sul posto.

Anche Giovanpaolo Gaudino, presidente di Federsolidarietà-Confcooperative Campania sottolinea la natura dolosa dell’incendio e commenta: ««Siamo vicini ad Antonio Picascia e i suoi collaboratori. Qualche anno fa Picascia ha denunciato i suoi estorsori, agendo nella legalità. Siamo stufi di sapere che chi agisce nel giusto, in Campania e in particolare in provincia di Caserta o di Napoli, deve patire così tanto. Dobbiamo sostenere un’azienda attenta all’ambiente e che ha sempre scelto di dialogare con le cooperative sociali e le organizzazioni del suo territorio. Un uomo che crede nella rete non va lasciato solo. Noi non lo faremo».


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