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Zamagni: «Sulle paritarie tanta ideologia. Lavoriamo sulla Costituzione»

L'economista ed ex presidente dell'Agenzia del Terzo Settore interviene sull'introduzione dell'Imu: «Siamo di fronte ad uno scontro che mette in contrapposizione la legge Berlinguer con l'art. 29 della Costituzione. O si interviene sulla Carta oppure la situazione non troverà mai una composizione»

di Lorenzo Maria Alvaro

Le scuole paritarie dovranno pagare l'Imu. A stabilirlo è la Cassazione che ha accolto un ricorso del Comune di Livorno. E la polemica è ripartita. Gli schieramenti si sono messi subito in trincea. Da una parte la Cei e le sigle delle paritarie come la Fidae, dall'altra chi invoca parità di trattamento tra privato e pubblico. Per capire il problema ne abbiamo parlato con l'economista Stefano Zamagni

Cosa pensa di questo ennesimo riaccendersi della polemica sulle paritarie?
Questa vicenda è di tipo kafkiano perché tutte le parti in causa dimostrano di non capire quale sia il punto. All'origine di tutto c'è la legge Berlinguer che stabilisce che le scuole di diritto privato che assolvono a determinate condizioni rientrano nel novero della scuola pubblica. Quindi le scuole paritarie sono di istituti di diritto privato ma rispettano gli stessi criteri della scuola pubblica statale. Al tempo stesso l'art. 29 della Costituzione dice che enti privati possono istituire scuole ma senza oneri per lo Stato. Norma che viene interpretata da alcuni come in contrasto con la legge Berlinguer. E siccome si tratta di una norma costituzionale supera la norma ordinaria. Ecco spiegata l'origine del contendere. Berlinguer quando fece la legge non riuscì a cambiare quella riga dell'art. 29 dalla carta costituzionale. Per cui chi ideologicamente è contrario alle paritarie invoca la costituzione, gli altri la legge Berlinguer.

Perché ritiene la posizione contraria alle paritarie ideologica?
Per tre buoni motivi. In primo luogo è ovvio che le paritarie servono epr soddisfare un diritto inalienabile delle famiglia. Sono poi un complemento essenziale per l’offerta formativa pubblica e in certi luoghi senza quelle sciole si potrebbe chiudere la scuola. Infine c'è poi il principio sussidiarietà sancito dall'art 118 della costituzione introdotto nel 2001, dopo la legge Berlinguer. Anche in quel caso però ci fu una svista: non si è controllata la conflittualità tra il 118 e il 29. A questo si aggiungono due fatti: Il servizio che rendono le paritarie è di gran lunga superiore al vantaggio fiscale che ottengono dall’esenzione alle tasse locali. In tutta Europa, anche questo va detto, è così. Nella laicissima Francia le scuole paritarie sono totalmente finanziate dallo Stato. Facciamo la figura dei più antiquati di tutti.

E allora come se ne esce?
Se invece di prevalere l'ideologia prevalessero ragionevolezza e amore per il bene comune tutto si risolverebbe facilmente. Invece prevale lo scontro ideologico. Per questo bisogna adeguare la Costituzione. La vicenda dell'Imu si può anche tamponare oggi, ma l’anno prossimo niente toglie che ci sia un'altra sentenza e si ripiombi nella stessa situazione. Non si può andare avanti con dei tamponi. Per altro a voler essere pignoli l'art 29 parla di “istituire” scuole, qui invece siamo di fronte a scuole presenti da decenni. Siamo di fronte ad una gestione non ad una istituzione.

Ma tecnicamente cosa si dovrebbe fare?
Si tratta solo dia adeguare l'art. 118 al 29. Gli articoli ci sono già. Non si tratta di correggere o aggiungere. Solo rendere compatibili due articoli.


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