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Politica & Istituzioni

Una toppa da 30 milioni per i servizi per gli alunni disabili

Il maxiemendamento approvato ieri dal Senato stanzia 30 milioni per il 2015, per mettere una toppa ai bilanci di Regioni e Città Metropolitane rispetto alle funzioni di inclusione scolastica che erano in capo alle Province. «Domani partirà una lettera a sindaci e famiglie, che potranno richiedere il servizio», annuncia Maria Rosaria Iardino, consigliera delegata per la Città Metropolitana di Milano.

di Sara De Carli

La svolta sono 30 milioni di euro per l’anno 2015, non considerate rilevanti ai fini del patto di stabilità, che un DPCM provvederà a ripartire fra province e città metropolitane. Li stanzia l'articolo 8, comma 13quater del maxiemendamento interamente sostitutivo del ddl n. 1977, di conversione del decreto-legge n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di enti territoriali, approvato ieri dal Senato. Con questo stanziamento dovrebbe a questo punto ripartire la macchina operativa per garantire agli studenti con disabilità i servizi di trasporto, assistenza alla comunicazione e assistenza educativa, o almeno per mettere una pezza al sostanziale immobilismo delle Regioni.

«Siamo in ritardo e mi scuso con le famiglie, la volontà politica è sempre stata forte, ma in questo momento di confusione normativa non potevamo prendere un impegno prima di essere sicuri di poter chiudere il bilancio», spiega Maria Rosaria Iardino, consigliera delegata alle Pari opportunità, politiche di genere e sostegno alle categorie più deboli e disabilità della Città Metropolitana di Milano. «Domani partirà una lettera alle famiglie, ai sindaci, ai Piani di Zona, per dire che siamo in grado di chiudere il bilancio e che nel bilancio ci saranno non meno di 5,5 milioni di euro per questi servizi».

Ancora oggi infatti nella sola Lombardia ci sono oltre 4.650 ragazzi che rischiano di non poter andare a scuola, a dispetto della legge 104 e del diritto all’inclusione. Nessun segnale è arrivato, ormai a ridosso dell’avvio dell’anno scolastico e solo in Lombardia almeno un centinaio di famiglie hanno già aderito alla campagna “Voglio andare a scuola” di Ledha, inviando una lettera/diffida alla propria Provincia o alla Città Metropolitana di Milano per chiedere l'attivazione dei servizi di assistenza alla comunicazione, assistenza educativa e trasporto. «La Città metropolitana ha sempre detto di accollarsi come un “obbligo” istituzionale la fornitura dei supporti organizzativi al diritto allo studio, già in capo alla Provincia di Milano, promettendo di mettere a bilancio gli stessi fondi dell'anno scorso per gli alunni con disabilità in attesa che regione Lombardia ridefinisca le funzioni dei nuovi Enti di area vasta», spiega Roberto Morali, direttore di Ledha Milano. «Dal 25 giugno ad oggi, ci ritroviamo allo stesso punto di prima, e cioè a zero. Si è perso tempo inutilmente, si sarebbe potuto benissimo lavorare per predisporre almeno a livello organizzativo le modalità con cui erogare il servizio ma non ci risulta sia stato fatto nemmeno con il Comune di Milano il cui sindaco presiede la Città metropolitana».

Quanto promesso in quell’incontro con le associazioni è invece stato fatto, secondo Maria Rosaria Iardino: «Ho incontrato tutti i 17 Piani di Zona, spiegando le nuove modalità. I Piani di Zona potranno immediatamente iniziare a raccogliere i bisogni delle famiglie. La Regione invece ha promesso 10 milioni di euro per questi servizi, però io non ho ancora visto nulla nemmeno per i servizi svolti nell’anno 2014/2015». La novità infatti è che cambia la modalità di erogazione dei servizi, poiché la Città metropolitana ha un compito di coordinamento, non di erogazione: «Saranno i Piani di Zona a raccogliere i bisogni delle famiglie e a erogare ai Comuni i fondi», spiega Iardino.

Quel che è certo, è che i tempi sono strettissimi. «L’unica possibilità è che i Comuni non facciano nuovi bandi per assegnare il servizio per soli i tre mesi del 2015 ma lo riaffidino alle cooperative che avevano vinto il bando l’anno scorso», dice Salvatore Nocera, responsabile scuola della Fish. «Noi puntiamo alla legge di stabilità, che chiarisca una volta per tutte questa situazione e assegni i fondi necessari. Questi 30 milioni infatti, pur essendo una toppa per le sole regioni che non avevano ancora stanziato soldi per questi servizi nei loro bilanci, sono chiaramente pochissimi. Basti pensare che la sola Lombardia, per questo, spendeva 49 milioni di euro l’anno».

Ledha intanto ha invitato i genitori che hanno inviato una diffida per lunedì 7 settembre a un incontro con i legali del Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi”, affiancati da avvocati esperti del settore. Durante l'incontro verranno illustrate le azioni che Ledha sta conducendo direttamente e le possibilità di ricorso a disposizione delle famiglie.


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