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Donald Trump, la filantropia con scopi di tornaconto

Il candidato di punta del partito repubblicano ammette di donare soldi alle fondazioni di celebrità e di politici per ottenere dei futuri favori. «Quando io dono, loro fanno quello che io gli chiedo».

di Redazione

«Sono un ardente filantropo. Ho dato un sacco di soldi a varie associazioni». Si autodefinisce così il miliardario e candidato alla Casa Bianca Donald Trump nella sua biografia. Concetto ribadito anche sul sito della sua azienda, la Trump Organization.

Ma i numeri cosa dicono? L’aspirante presidente, secondo un’attenta “radiografia” della sua ultima dichiarazione dei redditi fatta dall’ Associated Press, si colloca tra i miliardari meno filantropi di tutto il mondo. L’eccentrico businessman di New York, ha donato solo 3,7 milioni alla sua fondazione, la Trump Foundation.
Negli ultimi 5 anni, secondo la versione del diretto interessato, questi ha donato 102 milioni dollari in cash e sotto forma di immobili. Di queste elargizioni tuttavia, non c’è molta traccia. Lo staff che segue la campagna elettorale di Trump, lamata AP, ha fornito pochissima documentazione.
Le donazioni tracciate sono state dirette a organizzazioni non-profit di personaggi famosi e di politici.

Ma perché Trump ha prediletto finanziare i famosi e i potenti invece di altre realtà non legate all’élite politica e al jet set?
La spiegazione l’ha data Trump in persona con molto nonchalance: «quando tu doni soldi, le persone fanno quello che tu gli chiedi». Tradotto, dono soldi alle associazioni non profit dei ricchi e dei potenti per avere dei futuri favori.
Ieri, durante Fox News Republican presidential debate, Trump ha ammesso di aver donato soldi anche alla Clinton Foundation.
E che cosa ha fatto per lei Hillary Clinton? ha domandato uno dei moderatori del dibattito prendendo la palla al balzo.
«E’ venuta al mio matrimonio. Non aveva scelta», ha risposto Trump.

Lo potete sentire dal minuto 3.18.


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