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Bagnasco, Cei: “In mare è tragedia umana, l’Onu che fa?”

Mentre a Catania si stanno svolgendo in questi momenti le operazioni di sbarco per i 416 superstiti arrivati al porto con la nave della Marina norgevege Siem Pilot, che ha recuperato anche 49 salme di uomini asfissiati nella stiva, a Genova il presidente della Conferenza episcopale lancia un duro monito alle Nazioni unite e all'Occidente, accogliendo i primi 50 profughi nel seminario cittadino

di Redazione

E’ arrivata nel primo pomeriggio di lunedì 17 agosto al porto di Catania la Siem Pilot, nave della Marina norvegese in forze al programma Triton dell’agenzia europea per il controllo delle frontiere, Frontex: ha a bordo 416 migranti in vita e 49 salme di uomini, che, chiusi nella stiva dell’imbarcazione partita dalla Libia sono morti asfissiati dalle inalazioni di gas tossico del motore della nave, come si era scoperto ieri al momento del salvataggio. Per i superstiti, nessun problema grave di salute, è quanto riferisce il comandante della nave norvegese, che annuncia di avere raccolto prove sulla dinamica della tragedia che verranno riferite alle autorità italiane per le indagini del caso. In queste ore si stanno svolgendo le operazioni di sbarco, compreso il fotosegnalamento individuale prima della diffusione dei profughi nei centri di prima accoglienza, che avverrà in serata.

Sul dramma delle morti in mare è intervenuto questo pomeriggio anche il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, accogliendo un gruppo di 50 profughi arrivati nel seminario di Genova – 400 i posti messi a disposizione dopo la richiesta del Prefetto genovese – e facendo seguito alle forti dichiarazioni di denuncia profuse da monsignor Nunzio Galantino: “Ma le Nazioni Unite hanno mai affrontato in modo serio questa tragedia dell’umanità? Perché quello che accade è una vergogna per la coscienza mondiale e di certo non fa onore all’Occidente”, chiede Bagnasco.

"Quando vediamo centinaia, migliaia di persone, esseri umani, donne, uomini bambini che affrontano i viaggi della morte per arrivare in paesi lontani dal proprio per i motivi che ben sappiamo non possiamo non concludere che questo problema è un'emergenza veramente umanitaria", sottolinea Bagnasco, "è l'Occidente in modo speciale che attraverso i suoi organismi di carattere non soltanto europeo ma a livello internazionale e mondiale deve affrontare seriamente e trovare vie di soluzione efficaci a questa tragedia immane, a queste persone che fuggono dai loro paesi per guerra violenza carestia e cercano un futuro migliore".


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