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Cooperazione & Relazioni internazionali

Ecco il video di un respingimento greco a profughi siriani in mare

Nei 15 secondi del documento, girato questa mattina dagli stessi occupanti dell'imbarcazione partita dalla Turchia e inviato ad attivisti per i diritti umani, si vede chiaramente il getto dell'idrante che obbliga il natante a indietreggiare e tornare da dove era. Nel frattempo, un gommone è affondato - non per un respingimento - causando 5 morti nonostante i soli 4 chilometri di distanza tra coste turche e isole greche.

di Redazione

Quattro chilometri di mare. Pochi, ma fatali a cinque profughi di nazionalità siriana che sono morti nella notte tra lunedì 17 e martedì 18 nel tentativo di raggiungere le coste greche dell’isola di Kos dopo che il barcone sul quale viaggiavano è affondato al largo di Bodrum, Turchia, nazione dal quale erano partiti dopo essere fuggiti dal proprio paese in guerra. Gli altri 24 migranti, tra cui minori, tutti siriani, sono stati salvati dalla Guardia costiera turca (la notizia è stata riportata da media locali su fonti della stessa autorità navale).

La breve distanza tra isole greche come Lesbos, Kos, Symi, e Turchia è diventata in quest’estate 2015 la nuova rotta della fuga di massa dei profughi: nel solo luglio ne sono passati almeno 50mila, riportano i dati ufficiali dell’Agenzia dell’Unione europea per il controllo delle frontiere, Frontex, che segnala anche come siano triplicati gli arrivi totali nel solo luglio 2015 – 107.500 – rispetto all'analogo mese del 2014 e come si sia già superato il totale dello scorso anno: 340mila arrivi in sette mesi contro 280mila. Gli attivisti per i diritti umani che ricevono segnalazioni da parte dei profughi, nel frattempo, riportano casi sempre più frequenti di respingimenti in alto mare da parte della Guardia costiera greca, anche ricorrendo a sabotaggi ai motori o uso degli idranti, come nel caso del video esclusivo qui sotto, girato dagli stessi occupanti della barca, sempre di nazionalità siriana, questa mattina.

Qui il video

Il video segue quello girato da pescatori turchi nei giorni scorsi che sollevavano il problema dell’azione delle autorità navali turche, che finora non ha avuto ripercussioni ne provocato reazioni a livello europeo. Intanto proprio oggi l’Unhcr, l’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu, ha confermato i dati di Frontex aggiungendo un ulteriore cifra che rende più che chiara l’ardua situazione che si sta trovando ad affrontare la Grecia, già alle prese con la crisi economica peggiore dell’Unione europea. “Nel solo mese di luglio sono arrivate in Grecia 50.242 persone, molte di loro in fuga dal conflitto in Siria, rispetto alle 43.500 dell'intero 2014: questo drammatico aumento ha ormai portato a quota 160.172 il numero totale di rifugiati e migranti arrivati in Grecia dal 1 gennaio al 14 agosto 2015, 158.456 persone via mare e 1.716 attraverso la sua frontiera terrestre con la Turchia. La scorsa settimana sono arrivati ​in Grecia circa 21mila persone, quasi la metà del numero totale di arrivi in ​​tutto il 2014", ha dichiarato il portavoce dell'Unchr William Spindler.

Numeri gravi, che l’Unione europea, a livello istituzionale, non sta traducendo nell’urgenza di un aiuto tempestivo alle autorità greche e, soprattutto, una revisione legislativa sull’accoglienza che metta al primo posto dei canali umanitari sicuri – invocati da centinaia di associazioni ed esperti – che estirperebbero alla radice i viaggi della speranza nel mar Mediterraneo, compresi quelli verso le coste italiane.


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