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Cooperazione & Relazioni internazionali

Caritas, sui migranti comunità internazionale inerte

“La comunità internazionale continua a non affontare le cause a monte di questa tragedia umana e guarda inerte” sostiene don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana. Una crisi umanitaria che va affrontata come tale, con interventi straordinari, l'abolizione del trattato di Dublino e corridoi umanitari

di Redazione

Mentre continua il flusso dei migranti provenienti dal Nord Africa attraverso il Mediterraneo, assume dimensioni drammatiche anche lo spostamento di profughi lungo la nuova rotta che dalla Turchia si snoda per centinaia di chilometri attraverso Grecia, Macedonia, Serbia per arrivare in Ungheria. Migliaia di persone in cerca di asilo e protezione in Europa, a causa dell’inasprirsi della guerra in Siria, dell’instabilità politica e delle sistematiche violenze.

Sono soprattutto siriani, iracheni e afghani, tra cui molte donne e bambini, in marcia lungo la strada della speranza per arrivare nei paesi dell’Est Europa, che colti di sorpresa sono sprovvisti di programmi di accoglienza specifici.

L’obiettivo è di raggiungere Horgos, città di confine tra Serbia e Ungheria che ora è diventato un grande campo rifugiati. Oltre 66.420 persone secondo l'Alto commissariato dell'Onu per i profughi (Unhcr), hanno richiesto asilo in Serbia in questi ultimi mesi, di cui 4.112 minori non accompagnati.

Un'emorragia continua perché la comunità internazionale resta inerte e non affronta le cause a monte di questa tragedia umanasostiene don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana. Una crisi umanitaria che va affrontata come tale.

Le Caritas dell’Est Europa con il sostegno di tutta la rete europea si sono attivate per cercare di portare aiuti a questa marea umana priva di tutto: generi alimentari, acqua, materiale per l’igiene, pannolini per i neonati, ma soprattutto una parola di conforto nei tanti bivacchi di fortuna che si incontrano nelle città di questi paesi. L’inverno è alle porte e occorre un’azione tempestiva e generosa per accogliere e assistere con dignità questi rifugiati.

Non basta tuttavia la sola solidarietà, occorre agire politicamente e servono soluzioni durature e rispettose dei diritti di coloro che fuggono dalle guerre. L’Agenda europea sull’immigrazione, presentata dalla Commissione europea lo scorso 12 maggio, anche se contiene novità nella gestione del fenomeno migratorio, è lontana dal proporre soluzioni efficaci e condivisibili.

Caritas Italiana ha elaborato, insieme alle altre principali organizzazioni di tutela dei migranti (fra cui l’Unhcr), alcune proposte, tra cui l’apertura di canali umanitari di ingresso verso l’Europa; l’impegno dei paesi europei ad accogliere un numero significativo di rifugiati con quote di reinsediamento; la creazione di alternative legali (riunificazione familiare, sponsorizzazioni private, visti di lavoro o di studio) per evitare che le persone bisognose di protezione internazionale ricorrano a pericolose traversate; la ripartizione della responsabilità rispetto agli arrivi, per evitare che pochi paesi (Grecia, Germania, Italia, Svezia e Ungheria in testa) ricevano la gran parte delle richieste d’asilo. Si auspica infine il superamento del Regolamento di Dublino, come ha appena annunciato la Germania, per garantire una corretta gestione dei flussi migratori.


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