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Ricostituito l’Osservatorio per l’inclusione degli alunni disabili

Dopo un anno di silenzio, il Miur ha ricostituito l'Osservatorio che nei prossimi mesi avrà una sfida decisiva: contribuire a riempire di contenuti la delega per migliorare l'inclusione nelle nostre scuole, data al Governo con la legge sulla buona scuola

di Sara De Carli

Il sottosegretario Davide Faraone ha annunciato la ricostituzione dell’Osservatorio per l’inclusione degli studenti disabili al Miur.

«Faranno parte dell'Osservatorio le associazioni di disabili e dei loro familiari, pedagogisti, esperti, docenti e dirigenti scolastici, rappresentanti del ministero del Lavoro e della Salute. Per la prima volta parteciperanno ai lavori anche i rappresentanti del Cnudd, la Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità: l'Osservatorio quindi estende le proprie competenze agli studenti universitari», ha scritto Faraone.

«È un fondamentale strumento di supporto alle attività del Miur in relazione alla disabilità. Tra i suoi compiti c'è quello di vigilare affinché diritto allo studio, continuità educativa, orientamento professionale, collegamento con il mondo del lavoro vengano garantiti a tutti i ragazzi. Dobbiamo lavorare perché l'inclusione sia più effettiva e capillare», ha continuato.

«Una buona notizia dopo mesi di silenzio. Sotto il ministro Giannini l’Osservatorio è stato convocato una sola volta, più o meno un anno fa», commenta Salvatore Nocera, da anni riferimento delle associazioni di disabili sulla scuola. È stato nominato anche questa volta, non più come rappresentante della Fish ma come tecnico esperto.

Nocera sottolinea come l'Osservatorio appena nominato abbia davanti una sfida decisiva: riempire di contenuti i nove punti della delega per la «promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità e riconoscimento delle differenti modalità di comunicazione» contenuta nella Buona Scuola, alias legge 107 (qui i punti nel dettaglio). Anche Faraone cita la stessa sfida: «vogliamo affrontarla ancora una volta confrontandoci con associazioni, famiglie e rappresentanti del mondo della scuola.Il sostegno e le attività di inclusione aiutano il ragazzo disabile a vivere bene le ore a scuola, ma devono servire anche a promuovere una cultura di vera accoglienza, affinché ognuno possa vivere con serenità la propria diversità. Una scuola più inclusiva significa una società più inclusiva, in un’ottica di vera continuità: famiglia, scuola, territorio. Perché la scuola non è un contenitore a se stante. Una scuola capace di valorizzare tutte le abilità per tradurle in ricchezza collettiva, una ricchezza di cui il nostro paese ha bisogno e di cui deve saper fare buon uso».

Photo by Thomas Lohnes/Getty Images


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