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Cooperazione & Relazioni internazionali

Traffico esseri umani: Italia paese europeo con il maggior numero di vittime

Sono quasi 250mila i migranti sbarcati in Europa nel corso del 2015, di cui almeno 93.540 persone in Italia secondo le cifre fornite dal ministero dell’interno. Solo questa settimana sono almeno cento le persone che hanno perso la vita mentre cercavano di raggiungere una vita migliore in Europa

di Donata Columbro

Sono quasi 250mila i migranti sbarcati in Europa nel corso del 2015, di cui almeno 93.540 persone in Italia a fine luglio, secondo le cifre fornite dal ministero dell’interno. Solo questa settimana sono almeno cento le persone che hanno perso la vita mentre cercavano di raggiungere una vita migliore in Europa, l’ultima notizia è di almeno 70 migranti ritrovati a bordo di un camion abbandonato in Austria. Chi arriva sano e salvo però non smette di correre rischi al suo arrivo in Europa: le probabilità di rimanere vittima di una rete di sfruttamento – prostituzione o lavoro forzato – rimane altissima, perché sovente il trafficante che gli ha permesso l’attraversamento illecito dei confini si trasforma in sfruttatore o mette il migrante nelle mani di una rete di sfruttamento.

Le ultime statistiche europee disponibili riguardano il 2010 e parlano di oltre 9.500 vittime di tratta accertate, di cui il 15% è rappresentato da minori, con un aumento pari al 18% nel triennio 2008-2010. Come territorio di transito e di destinazione, l’Italia è il paese con il maggior numero di vittime accertate e presunte, pari a quasi 2.400 nel 2010, con un calo rispetto ai 2.421 del 2009, ma un notevole aumento rispetto ai 1.624 del 2008. Secondo l’ultimo dossier di Save the children, "Piccoli schiavi invisibili – Le giovani vittime di tratta e sfruttamento", dal 2012 a oggi le vittime di tratta che sono entrate in programmi di protezione sono 1.679, di cui almeno 130 sono minori. Provengono da Nigeria, Romania, Marocco, Ghana, Senegal e Albania.

I più a rischio sono i minori non accompagnati, come denuncia anche Save The Children: le adolescenti provenienti dai paesi dell’Europa dell’Est e dalla Nigeria per quanto riguarda lo sfruttamento sessuale e i minori afgani e i minori eritrei in quanto principali gruppi di migranti in transito in Italia, lungo un viaggio estenuante di mesi o anni nel quale subiscono violenze sempre più efferate; e i minori egiziani, che sono il gruppo più coinvolto in situazioni di sfruttamento lavorativo nel nostro Paese.

Durante il viaggio i minori sono vittime di tratta, sfruttamento e violenze sempre più efferate. I minori intervistati da Save the Children hanno raccontato in particolare di violenze subite durante l’attraversamento del deserto libico o durante la detenzione in Libia, come è accaduto al giovane che ha perso la vita sulla nave di Medici senza frontiere.

I numeri della lotta alla tratta di esseri umani in Italia

Il rapporto Trafficking in persons, realizzato ogni anno dal dipartimento di stato degli Stati Uniti, monitora invece gli sforzi di 188 paesi per eliminare le pratiche di lavoro forzato o di sfruttamento sessuale: l’Italia rientra tra i paesi del “primo livello”, ovvero tra i più attivi per quanto riguarda la lotta allo sfruttamento.

Secondo i dati del rapporto nel 2013 le autorità italiane hanno aperto un’indagine contro 3.803 sospetti trafficanti, un aumento rispetto ai 2.270 del 2012. Il governo ha processato 1024 imputati, rispetto ai 805 dell’anno precedente, con 74 condannati.

Le ong hanno assistito 810 vittime di tratta e sfruttamento nel 2014, un aumento di quasi il 50 per cento rispetto alle 447 vittime nel 2013, anche se c’è un calo rispetto alle 2.018 vittime nel 2012. Nella maggioranza dei casi, 595 persone, si trattava di vittime di sfruttamento sessuale, di cui 24 adolescenti, mentre in 215 casi si è trattato di lavoro forzato. Nel 2014 il governo ha stanziato 8 milioni di euro per i programmi di assistenza implementati dalle ong, più del 60 per cento rispetto all’allocazione del 2013. I programmi hanno anche ricevuto 2,7 milioni di euro dalle amministrazioni locali e regionali e dall’Ue.

Non tutti i governi hanno una legge che prevede la discriminazione di tratta e lavoro forzato. L’Onu, nel rapporto annuale Global Report on Trafficking in Persons 2014, evidenzia i paesi che hanno criminalizzato il traffico di esseri umani continente per continente:

In Italia la legge in vigore è la 228 del 2003, intitolata “Misure contro la tratta di persone”, che proibisce qualsiasi forma di sfruttamento e prevede pene fino a 20 anni di reclusione. Il nostro paese, come denuncia Save the Children, avrebbe dovuto adottare un Piano nazionale d’azione contro la tratta di esseri umani, in recepimento della direttiva 2011/36/UE. Ad oggi il Piano non è ancora stato recepito, nonostante sia scaduto il termine previsto dalla legge lo scorso 30 giugno. Il dipartimento di stato degli Stati Uniti riassume così l’azione del nostro paese per prevenire il traffico di persone: “Costante ma di portata limitata”.


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