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Sostenibilità sociale e ambientale

Boom dell’equosolidale +10% di venduto nel mondo

I dati del nuovo bilancio annuale di Fairtrade International: i consumatori hanno speso 5,9 miliardi di euro nei prodotti del commercio equo certificato: aumentano cacao e cotone e si fa strada l'oro

di Antonietta Nembri

Sono tutti con il segno più i dati del Fairtrade nel mondo. A rivelarlo è il nuovo Report sulle attività di Fairtrade International, l’organizzazione capofila del circuito internazionale del commercio equo, rappresentata nel nostro paese da Fairtrade Italia. In “Global Change, Local leadership” (in inglese) si racconta del milione e mezzo di agricoltori e lavoratori che godono di migliori condizioni di vita grazie alle vendite. Non solo il margine di guadagno aggiuntivo che i produttori ricevono e investono nel miglioramento produttivo e in progetti sociali – il Fairtrade Premium – ha raggiunto i 105 mln di euro, +14% rispetto all’anno precedente.

«Quando nacque 25 anni fa, Fairtrade era una proposta audace. Quella stessa energia innovativa ci serve oggi per rispondere alle continue sfide che i piccoli produttori agricoli e i lavoratori affrontano quotidianamente» ha dichiarato Harriet Lamb, CEO di Fairtrade International.

Anche sul fronte del gradimento dei consumatori c’è il segno più: a livello globale, nel 2014 hanno speso 5,9 miliardi di euro in prodotti certificati (+10%). In particolare, grazie ai programmi di approvvigionamento di materia prima Fairtrade, si è registrata una crescita dei volumi per cotone (+28%) e cacao (+24%). Inoltre, con le nuove opportunità commerciali rivolte agli artigiani orafi, i volumi di oro certificato sono più che duplicati (+259%).

Secondo una ricerca condotta nelle organizzazioni, il 93% dei produttori agricoli è soddisfatto dei servizi di supporto ricevuti da Fairtrade. L’indagine, condotta dall’ente di certificazione indipendente Flocert, rileva inoltre che l’impatto che il sistema ha su lavoratori e produttori agricoli viene valutato dagli stessi con un punteggio di 9/10. La ricerca ha evidenziato anche l’esigenza dei produttori di incrementare le vendite, e in primis di sviluppare il mercato locale nei paesi di origine delle materie prime. Come è successo nel 2015 al Brasile, che è diventato il quarto paese di produttori in cui si possono acquistare caffè e miele Fairtrade a km0 dopo Kenya, India e Sudafrica.

Dal report emerge anche l’importanza dei servizi che il circuito offre alle organizzazioni per rafforzare l’attività commerciale. Nel 2014, grazie al Fairtrade Access Fund sono stati elargiti prestiti per 11,1 milioni di euro ai piccoli produttori, con relative attività di training e assistenza.

Nonostante i passi avanti le condizioni di vita di molti contadini in tutto il mondo sono ancora una vera sfida. «I problemi che si trovano ad affrontare sono retaggio di centinaia di secoli di marginalità e sfruttamento» dichiara Harriet Lamb. «Fairtrade aiuta a ridurre il divario ricchi-poveri, e a cambiare il sistema alimentare globale che sfrutta le persone e il pianeta. Ma oggi le soluzioni posticce non bastano più, e il vero cambiamento avverrà quando le voci dei piccoli produttori agricoli saranno ascoltate ai più alti livelli di governo e dell’industria, e a partire da queste si prenderanno delle decisioni».

L’impegno di Fairtrade a migliorare le condizioni dei lavoratori continua: attraverso partnership coi sindacati, altri certificatori, aziende e governi per ottenere un salario dignitoso. E si aprono anche nuovi orizzonti: a fine anno sarà lanciato il nuovo Standard per i cambiamenti climatici, che darà alle comunità agricole la possibilità di accedere al mercato dei crediti di CO2 rendendole più resilienti agli effetti del cambiamento climatico


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