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Cibi bio e vegetariani: un grande boom

Una crescita clamorosa attestata nel Rapporto Coop 2015 per il biologico + 20% in un anno. Oggi la filiera vale 2,5 miliardi. In grande crescita anche i vegetariani: ormai un italiano su dieci non mangia carne.

di Anna Spena

Il giro d’affari complessivo della filiera del cibo biologico in Italia vale 2,5 miliardi: a renderlo noto è il Rapporto Coop 2015 sulle abitudini alimentari degli italiani. «Mangiare bene per sentirsi meglio», si legge nel rapporto, «è un principio cardine che guida le scelte nel fare la spesa. Il biologico è diventato il punto di riferimento degli stili alimentari emergenti». La cultura del buon cibo, nel rispetto dell’ambiente e della salute, risulta essere vincente agli occhi dei consumatori tanto che, quello del biologico, è un mercato che cresce del 20% l’anno.

«Il giro d’affari che origina dagli ipermercati
 e dai supermercati supera gli 800 milioni di euro, con un incremento delle referenze in assortimento pari al 13% solo negli ultimi 12 mesi», afferma il rapporto. «Quasi un miliardo transita invece 
per i negozi specializzati, diffusi soprattutto nei grandi centri urbani: punti vendita piccoli e di vicinato
che svolgono un ruolo di servizio e prossimità ad un numero crescente di consumatori.
Vi si acquistano non solo prodotti alimentari ma sempre più prodotti per la casa e l’igiene e più di recente anche abbigliamento e tessile casa. Negli ultimi cinque anni i negozi bio sono aumentati del 16%: erano 1.163 nel 2010, sono arrivati quasi a 1.400 nel 2015».

Il successo è spiegabile anche perché i prodotti biologici rispondono ad altri bisogni del consumatore, come intolleranze ed allergie, esigenze dietetiche ed anche stesse scelte vegane, che sembrano essere l’ultimo trend alimentare italiano. Secondo il rapporto infatti, un italiano su 10 è vegetariano (non mangia carne o pesce) e uno su 50 è vegano (vale a dire rifiuta tutti i cibi
di origine animale, compresi i loro derivati).

Nel rapporto si analizza anche un’altra tendenza che negli ultimi anni si sta diffondendo nel nostro Paese: il boom del cibo etnico, effetto della presenza in Italia di comunità di stranieri molto ampie che incidono e contaminano sempre di più le abitudini degli italiani. Infatti, come si legge dal rapporto «ci sono nuove proposte alimentari che popolano le strade delle città italiane e le corsie dei supermercati. L’ennesima riprova
 che il consumatore italiano non è più prigioniero della propria tradizione alimentare ma ha imparato a riconoscere e apprezzare le specialità gastronomiche di tutto il mondo». E sul boom del cibo etnico pesa naturalmente anche l’effetto Expo, con i padiglioni dei paesi che propongono cibi nazionali.

Secondo dati diffusi recentemente dal Governo, metà degli italiani ha sperimentato almeno una volta la cucina etnica mentre uno su cinque mangia etnico una volta al mese. Il giro d’affari del comparto etnico che passa attraverso la Grande distribuzione ha raggiunto la quota di 160 milioni di euro: tra 2014 e 2015 l’incremento del fatturato è stato del 18,6%, rispetto
al 2007 il valore è praticamente raddoppiato.


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