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Le Acli riflettono su giustizia e disuguaglianze

Il tradizionale appuntamento di studi dell'associazione, in programma da giovedì 17 ad Arezzo, si concentra quest'anno sulla giustizia sociale contro la forte crescita delle disuguaglianze che rompono la coesione sociale e pongono in stallo la democrazia

di Gabriella Meroni

«Per gettare le fondamenta di una giustizia il nostro primo compito è riscoprirci popolo, dobbiamo «passare dal “non mi riguarda” al “mi preoccupo dell’altro”… Serve l’impegno per una rivoluzione relazionale che ci permetta di riscoprire l’appartenenza a un comune destino». E' questa constatazione – una vera e propria indicazione di lavoro – che sta alla base del tradizionale Incontro nazionale di studi delle Acli, che quest'anno si svolgerà ad Arezzo tra il 17 e il 19 settembre. Un momento di approfondimento culturale e di confronto comune che quest'anno ha come titolo "Giustizia e Pace si baceranno. Ridurre le disuguaglianze per animare la democrazia".
È così che le Acli – come si legge in un comunicato di presentazione – affrontano la terza tappa di un percorso per rispondere alla vocazione associativa e riscoprirne l'identità. È infatti la vocazione delle Acli la questione di "come abitare la storia che stiamo vivendo", posta nel 2013, a partire dal lavoro – tema del 2014 – primo fondamento di coesione sociale perchè non frammenta ma riunisce. Una direzione confermata dalle parole di Papa Francesco, che all’Udienza concessa alle Acli ha chiesto di «far sì che, attraverso il lavoro – il «lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale» l’essere umano esprima ed accresca la dignità della propria vita».
Il tema del 2015, spiegano ancora le Acli, vuole essere un ulteriore passo in avanti, concentrando l'attenzione sulla giustizia sociale contro la forte crescita delle disuguaglianze che rompono la coesione sociale e pongono in stallo la democrazia che regola il nostro convivere. Il titolo, tratto dal salmo 84, «descrive l’avvento del mondo nuovo dove appunto giustizia e pace si baciano, e poco prima amore e verità s'incontrano. Emerge una festa del vivere pacifico che nasce dal superamento delle ingiustizie, del vivere nella concordia che si realizza quando la verità non è offuscata da ideologie o menzogne». Per questo è essenziale, conclude il comunicato, «il ruolo politico e non solo esecutivo, dei corpi intermedi, che sono in grado di essere collante tra le persone e che diventano filtro e ammortizzatore tra i singoli cittadini e le istituzioni».

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