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Dove nascono le mezze-notizie sulle vincite ai Gratta e vinci?

Ci sono notizie e non notizie, ci sono fatti,"fattoidi", fatterelli e fattacci. E poi ci sono loro, le mezze-notizie che raccontano di mirabolanti vincite al gratta&vinci. Vere? False? Poco importa a lorsignori, se sono verosimili. Bisogna allora capire a che cosa spinga molti mezzi di informazione a trasformare in fonte ciò che è solo il copia&incolla di un comunicato stampa in una guerra di marketing condotta con altri mezzi

di Marco Dotti

Manca il "chi", manca il "quando", ma non mancano mail il "come" e, soprattutto, il "quanto". La generica notizia data due giorni fa dal Corriere della Sera su una coppia di sposini che avrebbe avuto come regalo di nozze una montagna di gratta&vinci e si sarebbe vista baciare dalla fortuna proprio nel "giorno più bello" della propria vita, ha suscitato un mare di dubbi e una montagna di sospetti.

Di questi dubbi ha parlato il nostro Lorenzo M. Alvaro: LEGGI: Adesso l'azzardo si pubblicizza con false notizie?

Lasciamo da parte i sospetti e vediamo di sciogliere qualche dubbio. Provate a cercare su "Google la parola "gratta & vinci"e metteteci accanto "pensionato" o "disoccupato". Vi appariranno centinaia di "notizie" simili, diluite nel tempo e nello spazio – inteso per "spazio": sulle più svariate testate locali e nazionali. Quella che vedete in copertina è l'immagine di un disoccupato bosniaco residente a Lugano (altro elemento per orientare l'emotività è l'implicito richiamo a una situazione di precedente disagio del "vincitore": disoccupato e persino immigrato).

Il problema è che, ultimamente, cercando con certe parole chiave, Google mette nelle prime pagine notizie non proprio gradite al sistema del gioco. Si tratta, quindi, per questo sistema di alimentare un brusio di sottofondo e, soprattutto, di far emergere nelle prime tre, quattro colonne dei motori di ricerca notizie che non gettino discredito su chi dall'azzardo trae miliardi e miliardi di euro.


Storytelling

Il copione o storytelling che dir si voglia è sempre lo stesso: il "chi" non deve mai essere troppo circostanziato, ma deve essere riferibile a una categoria sociale familiare a tutti i lettori: "disoccupato", "casalinga", "studente", "anziana" e via discorrendo.

La seconda caratteristica del copione è l'atmosfera gioiosa che tende a orientare il cosiddetto "sentiment", ossia la percezione più o meno negativa dell'azzardo di massa che in qualche modo si vorrebbe virare al "positivo". Si tratta, in sostanza, di orientare la nostra emotivita.

Non potendo orientare la ragione – che va dove le pare e non segue l'arbitrio del momento, altrimenti non si chiamerebbe ragione, ma follia – si orienta o, almeno, si prova a orientare la disposizione d'animo dell'opinione pubblica rispetto a un tema che, oramai, è entrato nell'agenda delle urgenze di questo Paese-gruviera. Dal divide et impera si è passati oggi al "rincretinisci" et impera. L'effetto, però, sempre quello degli scombinati romani schierati in falange contro i galli di Asterix: una farsa.

Da quale fonte? Ah, un ufficio stampa

Arriviamo dunque al "fatto" ossia al come nascono notizie sulle mirabolanti e magnifiche sorti delle vincite al gratta&vinci.
Si dice: "hanno vinto, è un fatto". Già, ma quel "fatto" – ammesso sia tale – ha una fonte.

Le fonti per quanto riguarda i Gratta& Vinci sono solitamente o la società che gestisce i gratta&vinci (per la cronaca: Lottomatica che, oltre a quella del Lotto, ha la concessione statale per i "grattini"), che manda nelle redazioni i propri comunicati stampa oppure i tabaccai che spediscono fax e mail con la fotografia della ricevuta che attesta la vincita.

Perché lo faccia Lottomatica è abbastanza evidente, perché lo facciano i tabaccai (singolarmente o tramite una politica di federazione questo è da chiarire) è già meno evidente, ma perché quei comunicati stampa vengano trasformati in fonte e distillati da dieci dita che battono su una tastiera e vengano, generalmente con una firma redazionale, trasformati in "notizia" questo è più ostico capirlo.

Ma confidiamo nei lettori. Loro, oramai, dove si nasconde il trucco l'hanno capito benissimo.


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