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“Il Cibo della mente”: Coop svela le abitudini alimentari degli adolescenti

La presentazione della ricerca sugli stili di vita dei teen-ager è l’occasione per dibattere con un gruppo non convenzionale di studiosi, personalità della cultura e dell’associazionismo

di Redazione

Oltre la scuola. Per indagare sui percorsi di conoscenza degli adolescenti italiani tra corpo e mente. È l’idea che sta alla base della giornata “Il cibo della mente” che Coop ha organizzato per sabato 19 settembre a Expo. Un ulteriore contributo ai temi dell’Esposizione dopo due incontri precedenti: “Mangiare è un atto politico” (sugli squilibri tra filiere) e “We not me. Il cibo di tutti” (su una forma di economia partecipata come la cooperazione).

Come ha sottolineato Enrico Migliavacca, vicepresidente vicario di Ancc-Coop nel suo intervento introduttivo, per Coop è questo un modo per ribadire un impegno ultratrentennale che la vede presente nelle scuole italiane con i suoi percorsi di educazione al consumo consapevole; modo di formazione di una coscienza alimentare e non solo per i consumatori del domani.
Due i momenti clou dell’incontro in programma al Coop Forum: il talk show “Oltre il cibo. Altri percorsi di identità” (con la partecipazione dello scrittore Marco Lodoli, dell’architetto Chiara Tonelli, del presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza e del giornalista Luca De Biase) e l’incontro “La passione del futuro” tra i giovani reporter di Zai.net e Roberto Vecchioni.

La giornata ha avuto come preludio la presentazione della ricerca “Adolescenza, alimenti per crescere” conclusa nell’aprile scorso e realizzata in collaborazione con Coop da Sima (Società Italiana di Medicina dell'Adolescenza) e dall’Associazione “Laboratorio Adolescenza” su un campione rappresentativo di oltre 2000 studenti di terza media (età compresa fra i 12-14 anni).

Promossi in teoria e meno in pratica, gli adolescenti italiani mostrano in questa ricerca una grande consapevolezza e si muovono abili dotati di buone conoscenze alimentari. Così il 70-80% (percentuale che varia a seconda dell’alimento) sa rispondere correttamente sulla presenza prevalente (nell'alimento considerato) di proteine o vitamine o carboidrati. L’alimento più “conosciuto” risulta essere la frutta (l’85,5% sa che contiene in grande prevalenza vitamine), mentre il più “misterioso” sono i legumi (oltre il 43% crede che contengano vitamine o carboidrati). Il 70% ha sentito parlare di OGM (ma il 50% sostiene che un prodotto OGM si riconosce dall'aspetto), più del 44% dà una definizione corretta di consumo equo e solidale e il 16% di filiera corta. Anche il non spreco alimentare è un argomento su cui mostrano interesse e sfiora il 55% la percentuale di coloro che ne parlano in famiglia, spesso o qualche volta.

Quando però si passa dalla teoria alla pratica la situazione si capovolge: la regola aurea dei 5 pasti al giorno è ben lontana dall’essere rispettata (solo il 32% del campione) e se pranzo e cena sono sostanzialmente appuntamenti irrinunciabili la merenda di metà pomeriggio è oramai una eccezione piuttosto che una regola (la pratica metodicamente il 33% del campione). A pranzo e a cena pane e pasta la fanno da padroni, spunta un po’ a sorpresa un discreto consumo di frutta (oltre il 50%), molto basso invece il consumo abituale di pesce e legumi, le verdure compaiono quotidianamente ma per poco più del 40% del campione, non mancano mai invece salume e dolci. In controtendenza la scelta dell’acqua nei pasti; se primeggia con un buon 64% l’acqua minerale naturale, al secondo posto si colloca l’acqua di rubinetto.

I ragazzi, continuando a scorrere l’indagine, non sembrano nemmeno essere paladini di una dieta variata; la maggioranza si divide infatti fra chi dice di mangiare sempre le stesse cose e chi dice di mangiare solo ciò che gli piace. Andando a osservare più da vicino lo spaccato alimentare ci si accorge però che esistono scostamenti fra i desiderata dei ragazzi e ciò che gli stessi si trovano nel piatto se è vero che al 40,3% degli intervistati piacciono molto le uova, ma solo il 7,9% le mangia spesso. Analogo il raffronto fra pesce desiderato e consumato (39,4% versus 7,3%) e legumi (25,5 versus 12,1%). Segno, in questo caso, di un campo d’azione lasciato inevaso da parte delle famiglie che potrebbero viceversa spingere maggiormente su alimenti consigliati.

L’indagine tra l’altro dedica ampio spazio proprio all’influenza che le famiglie mediamente hanno sui comportamenti alimentari di una generazione ancora così giovane e come è prevedibile a genitori più consapevoli corrispondono abitudini alimentari migliori. Persiste d’altronde il rito della spesa familiare, un classico dell’Italia del boom economico che sembrerebbe resistere malgrado i sette anni di crisi. Più dell’80% del campione partecipa alla spesa con la famiglia che è comunque un’esperienza condivisa (più del 62% del campione dichiara di contribuire alla scelta dei prodotti). E nel farlo sembra più condizionato da ciò che consiglia un amico che dai messaggi pubblicitari. Anche a livello di cibo infine gli adolescenti italiani si dimostrano cittadini del mondo. Il 35% esplora per curiosità le cucine etniche, un 20% già le stima e solo un 6% si iscrive al partito dei detrattori. La più sperimentata è la cucina cinese (il 37% dichiara di averla assaggiata) anche se la più gradita è la mediorientale (85,2% il tasso di gradimento) e la più temuta tanto da non volerla nemmeno provare è l’africana (48,8%)


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