Welfare & Lavoro

Chi sta boicottando la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari?

A sei mesi dalla chiusura degli Opg, 230 persone sono ancora internate nelle cinque strutture superstiti, mentre nelle Residenze per l’Esecuzione della Misura di Sicurezza sono state inviate 403 persone. Un terzo di essi sono immediatamente dimissibili. Per StopOPG è in atto un boicottaggio della legge 81. E la magistratura di sorveglianza ha le sue responsabilità

di Sara De Carli

Tra una settimana saranno passati sei mesi dalla chiusura ufficiale degli OPG. Dopo sei mesi, 230 persone sono ancora internate nei cinque manicomi giudiziari “temporaneamente” superstiti (Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino, Napoli, Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto) e altre 250 sono internate a Castiglione delle Stiviere, «l’ex OPG che ha solo cambiato targa in Rems» accusa StopOPG. Complessivamente 403 persone sono internate in misura di sicurezza detentiva in 16 Rems inclusa quella di Castiglione (strutture residenziali sanitarie gestite dalla sanità territoriale in collaborazione con il Ministero della Giustizia), mentre non è noto quante siano le persone destinatarie di una misura di sicurezza non detentiva, misura che pure dovrebbe essere la norma. Al 22 giugno 2015, quasi tre mesi dopo la chiusura degli OPG, erano 341 le persone internate negli OPG del territorio nazionale: sostanzialmente negli ultimi tre mesi le dimissioni sono estremamente rallentate.

Per StopOPG è in atto «un boicottaggio (volontario o involontario?)» che sta ostacolando la chiusura degli OPG e l’avvio della riforma contenuta nella legge 81/2014. I numeri sono stati illustrati il 17 settembre in Commissione Igiene e Sanità del Senato dal Capo del DAP Santi Consolo, che ha parlato di circa 230 internati in Opg e 403 persone internate in misura di sicurezza detentiva in 16 Rems (tra cui 250 nell’ex Opg Castiglione delle Stiviere). Il numero di posti nelle Rems potrebbe essere ulteriormente aumentato se, come previsto, si procederà a breve all'apertura di altre cinque strutture in Lazio, Piemonte, Puglia, Campania e Toscana. Santi Consolo ha chiaramente detto che dei 230 internati «almeno un terzo potrebbe essere, stando alle valutazioni mediche disponibili, dimissibile». A tale riguardo, ha detto di aver conferito mandato «per una verifica sistematica sui fascicoli di ogni singolo internato, per valutare in maniera personalizzata le effettive possibilità di dimissione». La stessa situazione riguarda le persone inviate in REMS: anche qui «si può ipotizzare la dimissibilità di circa un terzo dei soggetti ivi ricoverati». Percentuali già note e contenute nella II Relazione del Governo sugli Opg. A tal proposito, Consolo ha fatto presente «di essersi speso in prima persona in un'opera di continuo dialogo e, per certi versi di sensibilizzazione nei riguardi della magistratura di sorveglianza».

«Si tratta di ritardi vergognosi, in particolare di alcune Regioni, quelle che non hanno accolto subito i propri pazienti lasciandoli rinchiusi in Opg», commenta StopOPG. «Ma quasi tutte le regioni hanno interpretato male la legge 81, concentrandosi sull’attivazione delle Rems, quando invece è l’offerta di Progetti terapeutici individuali, preparati dai Dipartimenti di Salute Mentale, che permette alla magistratura di evitare la misura detentiva in Rems e optare per misure alternative, certamente più efficaci per la cura e la riabilitazione», scrive StopOPG.

Le Rems sono diventate «calamite che attraggono persone: molte in misura di sicurezza provvisoria (si arriva fino ai 2/3 delle presenze) o per trasferimenti dal carcere. Le stesse dimissioni dagli attuali Opg destinano quasi sempre alla detenzione in Rems invece che a misure alternative. In questo la responsabilità della magistratura, sia giudicante che di sorveglianza». Per Stop OPG è sempre più evidente «l’insensatezza delle Rems come risposta alla chiusura degli Opg» e pure «il rischio che le Rems si moltiplichino, diventando il nuovo e improprio contenitore neo manicomiale, come è successo nel caso Chiatti. Le Rems invece devono diventare residuali, seguendo lo spirito riformatore della legge 81».

A questo punto che fare? StopOPG chiede a gran voce «un intervento forte e autorevole del Governo, con l’immediato Commissariamento delle regioni inadempienti, l’approvazione di un atto che meno renda eccezionale l’invio della misura di sicurezza provvisoria in Rems, l’avvio di una discussione per abolire il “doppio binario”, retaggio del codice Rocco, che separa il “reo folle” dal “reo sano”, destinando l’uno all’Opg/Rems e l’altro al carcere».


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