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Cooperazione & Relazioni internazionali

Cooperanti: 54 morti nel 2015

L'uccisione di Cesare Tavella, veterinario di 50 anni, cooperante in Bangladesh, riporta l'attenzione sulla sicurezza degli operatori umanitari nel mondo. Solo nell'ultimo anno si contano infatti 70 attacchi per un totale di 121 operatori coinvolti

di Donata Columbro

È stata confermata la morte di Cesare Tavella, cooperante italiano residente a Casola Valsenio, rimasto ucciso a Dacca lunedì 28 settembre. Tavella è stato colpito da tre colpi d’arma da fuoco, sparati da tre uomini poi fuggiti in moto, mentre stava facendo jogging nel quartiere diplomatico della capitale. Secondo alcuni testimoni Tavella è stato seguito prima di essere ucciso.

Il cooperante si trovava a Dacca dallo scorso agosto, lavorava come project manager in un progetto di sicurezza alimentare per una ong olandese, la Icco Cooperation, operando nelle zone rurali del Bangladesh nell’ambito del programma Proofs (Profitable Opportunities for Food Security). La Icco, che si definisce un’organizzazione interreligiosa per la cooperazione e lo sviluppo, ha pubblicato un comunicato in cui definisce Tavella come “ un professionista, dedicato alla popolazione del Bangladesh, amato e rispettato da tutti i membri del suo team”.

Dal 2000 al 2015 sono stati 3578 gli operatori umanitari vittime di attacco e di questi per il 15,9% si tratta di cooperanti, funzionari dell’Onu e staff di ong in servizio all’estero. L'anno peggiore è stato il 2013, con 264 attacchi e 474 vittime. Nel 2014 si è avuta una riduzione del 30% e il 2015 finora conta 70 attacchi per un totale di 121 operatori rimasti vittima e 54 morti, se si esclude il mese di settembre.

Nel 2014 l’Afghanistan è stato il paese più pericoloso, con 54 attacchi e 127 operatori rimasti coinvolti nel 2014, seguito da Siria (dove prima del 2011 non c’erano mai stati attacchi contro gli operatori umanitari) e il Sud Sudan, che nel 2015 ha già un primato con 22 attacchi e 12 operatori uccisi. Per una visione globale, nel progetto di Irin network e Humanitarian Outcome è possibile esplorare le singole storie delle vittime in una mappa interattiva navigabile, dal 2000 a oggi.

Tavella è la seconda vittima italiana del 2015. A gennaio il cooperante Giovanni Lo Porto, originario di Palermo, era rimasto ucciso da un drone statunitense in un’operazione antiterrorismo al confine tra Pakistan e Afghanistan.

In Bangladesh gli ultimi attacchi contro gli operatori umanitari risalgono al 2010, con il ferimento di un impiegato di una ong locale. Secondo l'archivio di Aid Worker Security, che risale al 1997, Cesare Tavella è il primo cooperante espatriato rimasto ucciso in un attacco in Bangladesh. Casi di omicidio riguardano il personale locale con un caso nel 1997 (un operatore dell'Onu) e nel 2009, con un'impiegata di una ong locale, di religione Hindu, stuprata e uccisa in un caso di “crimine d’odio” da parte di un gruppo di uomini musulmani.

Per l’omicidio di Tavella è stato esclusa l’ipotesi di un tentativo di rapina, dal momento che il cooperante aveva ancora con sé tutti i suoi effetti personali, e si è aperta la pista del terrorismo. Secondo la società statunitense Site institute, che lavora per verificare le attività dei jihadisti online, l’omicidio è stato rivendicato dal gruppo Stato islamico, ma la polizia bangladese non ha ancora confermato la notizia.


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