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Leggere a voce alta è tessere relazioni

Arriva a Milano "Tessitori di voce", un programma dedicato ai pazienti in ospedale. A promuoverlo Fondazione Humanitas e Fondazione Zoé di Vicenza. I volontari-lettori potranno regalare momenti speciali ai ricoverati. Carlo Presotto, ideatore del progetto, racconta come funziona

di Antonietta Nembri

Leggere a voce alta per qualcuno può essere un regalo. E farlo non lascia mai uguale sia il lettore sia l’ascoltatore. Ed è proprio quello che fanno un centinaio di “Tessitori di voce”, persone che regalano una narrazione e un momento di sollievo ai pazienti ricoverati in ospedale per lunghi periodi. I volontari non sono solo “donatori di voce” – nome del resto utilizzato all'inizio dell'esperienza – , come spiega Carlo Presotto, direttore artistico della compagnia teatrale La Piccionaia che insieme alla Fondazione Zoé – Zambon Open Education ha dato vita al progetto. «La nostra esperienza è nata nel 2010 a Vicenza a livello sperimentale. All’inizio era una semplice lettura volontaria in ospedale nel filone dell’umanizzazione delle cure. Si trattava di “donatori di voce”, ovvero dei lettori che operavano nei reparti di oncologia e pediatria».

Poi i volontari sono diventati “Tessitori di voce”…
«Dopo un anno di esperienza ci si è resi conto che ciò che accadeva nelle stanze era una tessitura di relazioni. Cioè, il volontario-lettore aiutava a ritessere le relazioni della persona in cura, relazioni che erano come sospese dal momento del ricovero. E questa metafora è emersa durante i corsi di formazione, nei quasi quattro anni di attività ci siamo resi conto che invece di essere noi a leggere il libro, siamo noi a essere letti dal libri e così viene a crearsi un circolo comunicativo fatto di ascolto, sguardi, sospensione e partecipazione i chi ascolta e di chi si ascolta attraverso il libri».

Questo particolare tipo di volontariato che si svolge in cinque ospedali veneti e che si appresta ad approdare anche all'Humanitas di Rozzano nei pressi di Milano, per iniziativa della sua Fondazione, prevede che nella camera del malato ci siano sempre due volontari e che al termine della lettura ci sia un momento di commento.

Ma chi sceglie il libro? «Lo può scegliere solo il lettore» afferma sicuro Presotto. «Deve piacere a me e nel scegliere un libro prefiguro il piacere di chi ascolta». Non tutte le storie vanno bene, ma ci sono libri che in quest’opera di tessitura funzionano meglio e sono quelli che racconto viaggi e quelli allegri «non comici», precisa Presotto. «Non si leggono mai libri interi, ma si scelgono dei brani o dei racconti. Tra i libri che nella nostra esperienza risultano funzionare ci sono quelli che hanno a che fare con il ritorno a essere bambini o che rievocano emozioni legate all’infanzia».

Come spiega il segretario generale della fondazione Zoè, Luca Primavera: «Tessitori di voce è un progetto che porta beneficio al paziente, costretto in ospedale per lunghi periodi, ma anche al volontario che prima di offrire la sua opera segue un percorso di formazione culturale e psicologica estremamente articolato». Carlo Presotto si occupa proprio della formazione dei lettori. «La nostra è una lettura relazionale, è un metodo. Nella mia professione mi occupa di formare gli attori, in questo caso le persone vengono formate a leggere, regolando la voce e l’espressività, ma anche a farsi dirigere dalla persona che ascolta, a leggere sottovoce».

Per diventare “Tessitori di voce” occorre innanzitutto imparare a effettuare una lettura comprensibile, il secondo step è apprendere a leggere in una situazione di cura, per cui occorre conoscere i ritmi del reparto, ma anche sapersi relazionare con il personale «poi inizia il tirocinio in cui sono previsti degli incontri di verifica», continua Presotto. «Gli incontri sono ogni due mesi, ma abbiamo anche un blog chiuso in cui ci si confronta anche con gli operatori del reparto, medici e capisala»

Il 6 ottobre a Milano partirà un laboratorio di formazione per i “Tessitori di voce” (per chi fosse interessato tessitori.mi[at]fonazionezoe.it) che entreranno in attività nei reparti dell’Humanitas. Gli incontri formativi si concluderanno a novembre, ma prima dell’avvio vero e proprio delle attività nei reparti i volontari milanesi avranno l’occasione di sperimentarsi sabato 24 ottobre durante un momento di letture in ospedale, organizzato in collaborazione con BookCity.


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