Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Solidarietà & Volontariato

Monza, arriva la prima TIN single family room d’Italia

La nuova terapia intensiva neonatale del San Gerardo di Monza prevede stanze singole per il bimbo nato prematuro e la sua mamma, che in questo modo potranno stare insieme 24 ore su 24. Un modello che migliora le performance cliniche del bambino, le competenze della mamma e accelera le dimissioni

di Sara De Carli

Della terapia intensiva neonatale è impossibile dimenticarsi. Degli allarmi dei macchinari che suonano come impazziti e dell’affannarsi concitato di medici e infermiere intorno a un’incubatrice. Dei fili attorno a tuo figlio. Dei nomi stinti scritti sul braccialetto del parto, sbiaditi dalle tante docce, che continui a portare per poter entrare in ospedale senza orari e che ti fanno riconoscere le mamme TIN da lontano. Dei corridoi precorsi con una boccetta di latte in mano, come un santo graal, anche se poi è già tanto se tuo figlio mangerà 20 grammi a pasto. Del timore a maneggiare un microbo che si perde dentro qualsiasi pannolino, body, tutina, non importa quanti zeri ci siano stampati in fila sull’etichetta. Ma è impossibile dimenticare anche quel miracolo – fra i tanti che ogni giorno si ripetono dentro una TIN – che è quello di far sentire i genitori serenamente a casa. Dei fratellini in camice verde, orgogliosi ed emozionati, che discettano seri di tirannosauri, stegosauri e triceratopi con i dottori, intorno all’incubatrice del piccolo. Della prima volta che ti danno il permesso di prendere in braccio tuo figlio. Della gioia e della paura di quando ti dicono “te la senti di andare a casa?”.

A Monza, per la prima volta in Italia, la terapia intensiva neonatale sta per cambiare faccia. La nuova TIN – 1.800 mq nell’avancorpo in fase di ristrutturazione dell’Ospedale San Gerardo – sarà la prima in Italia strutturata con le family room. «I posti rimangono gli stessi, ma invece di essere tutti insieme in un unico open space, ogni bambino avrà la sua stanza e di conseguenza potrà – anzi dovrà – stare sempre insieme alla sua mamma, giorno e notte», spiega Paolo Tagliabue, primario della neonatologia monzese. Non stiamo parlando di alcuni bambini, in condizioni particolari: «Riguarda tutti i bambini, sia quelli più critici sia quelli che necessitano solo di cure intermedie o in fase di predimissioni. Ovviamente il livello di controllo da parte dei medici e del personale infermieristico è identico a quello di oggi, le infermiere continueranno a girare per fare controllo clinico e ci sarà un sistema di monitoraggio con un avviso di emergenza, ma questa soluzione è di enorme impatto sul benessere del bambino e della sua famiglia», spiega Tagliabue.

Il contatto con la mamma, la marsupio terapia, semplicemente le coccole: tutto favorisce il bonding, cioè il legame tra mamma e bambino e rende più semplice l’avvio dell’allattamento al seno. «I dati internazionali ci dicono che il contatto con la mamma ha un’influenza positiva sulle performance cliniche del bambino nato prematuro: migliora il benessere, migliora la saturazione, scende la frequenza cardiaca», continua Tagliabue (qui uno studio che ne parla). Ma soprattutto il ricovero in camere singole farà diminuire «il flagello delle infezioni, che sono la prima causa di morte per i nostri bimbi. Se ogni bambino vive nel proprio microambiente, il rischio di infezioni scende».

L’altro aspetto riguarda le mamme, che stando 24 ore insieme al loro piccolo potranno partecipare alle cure, capire il perché di alcune scelte ma anche molto più semplicemente avere meno timore nel maneggiare un bambino tanto inaspettatamente piccolo: «Speriamo che in questo modo sarà possibile osare dimettere un po’ prima alcuni bambini rispetto agli standard di oggi», conclude Tagliabue. "Andare a casa". Non è affatto cosa da poco.

Le family room esistono già negli Stati Uniti, in Australia, e in Europa a Eindhoven (Olanda), mentre in Svezia si lavora con modelli di “family-centered care”. Qualche esperienza sparsa per l’Italia c’è ma Monza sarà in assoluto il primo reparto strutturalmente imperniato sulle family room: «Ovviamente servono spazi molto maggiori, è praticamente impossibile fare questo passaggio al di fuori di una ristrutturazione complessiva degli ambienti», ammette Tagliabue. «Noi siamo pronti, aspettiamo che ci consegnino i locali: potremmo essere operativi tra fine 2015 e inizio 2016». Per finanziare la nuova TIN la Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma ha lanciato una raccolta fondi da 1,5 milioni di euro.

Foto Getty Images


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA