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Economia & Impresa sociale 

Csr, se il Salone dimentica il diesel-gate

La kermesse sulla responsabilità di impresa e l'innovazione sociale in corso alla Bocconi di Milano "dimentica" la vicenda Volkswagen. L'ideatrice Rossella Sobrero: «Il programma ormai era già stato definito, magari l'anno prossimo proporremo un panel ad hoc sulle strategie di impresa»

di Redazione

Due giorni fitti fitti di tavole rotonde e conferenze sulla responsabilità sociale di impresa, quelli che da ieri e fino a stasera stanno animando Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale a Milano. Un programma davvero molto denso , si va dalla “sostenibilità peer to peer” alla “tassa sociale dell’azzardo”, passando per un approfondimento –molto utile- sulle benefit corporation, ma che di fatto costituisce una grande vetrina (anche se il termine non piace molto agli organizzatori) ad uso e consumo delle aziende (e in particolare dei loro uffici di marketing).

Insomma al Salone vale la pena fare un salto, o comunque seguirne i lavori via twitter (@CSRIS_it) anche per rendersi conto come le passerella della responsabilità sociale made in Italy (troppo) spesso sembrano vivere in una bolla autoreferenziale.

Passi per la mancanza di un contraddittorio vero con soggetti come Public Eye Awards o Pinocchio Awards, contro-premi importanti che mettono in discussione le classifiche e i ranking di csr, ma che nelle stesse ore in cui la Volkswagen con il nuovo amministratore delegato del gruppo, Matthias Mueller, prepara un maxi piano di tagli e congela tutti gli investimenti, nessun responsabile del Salone milanese senta l’esigenza di accendere la luce sul diesel-gate, pare davvero curioso e controproducente. E così mentre l'Agenzia per la protezione ambientale statunitense EPA avrebbe deciso di controllare altri 28 modelli a motore diesel, per appurare se altre case automobilistiche abbiano falsato i test, dalle parti della Bocconi si continuerà a seguire la scaletta che prevede incontri sulla filiera del cibo e dibattiti su sharing economye welfare aziendale.

Possibile? Abbiamo girato la domanda a Rossella Sobrero, esperta di Csr e ideatrice del format del salone nella sua veste di presidente di Koinetica.

«I soggetti che promuovono il Salone sono diversi e per lo più rappresentano reti, ognuno di loro sul tema ha una posizione specifica, per cui era difficile fare sintesi, anche perché al momento dello scoppio dello scandalo il programma era già chiuso». «Ciò non toglie che il caso Volkswagen possa essere sollevato nel corso dei nostri panel, le dico di più: se avessimo avuto un incontro specifico sulla strategia d’impresa il disel-gate sarebbe stato certamente in scaletta, l'anno prossimo lo prevederemo sicuramente». Il Telegraph qualche giorno fa ha definito la Csr un racket . «Ho letto» risponde Sobrero, «del resto la Volkswagen era in testa a tante classifiche internazionali di responsabilità sociale, questo non toglie che si è trattato di un imbroglio, dispiace quando un azienda sbaglia, ma quando succede bisogna dirlo». Ecco, forse il Salone quest’anno è rimasto senza voce.


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