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Economia & Impresa sociale 

Credito cooperativo, riforma in rampa di lancio

Il direttore generale di Federcasse: "Ecco i punti qualificanti dell'autoriforma che abbiamo avviato al Governo". Ora il pallino è nelle mani del ministro dell'economia Padoan

di Redazione

Sono giorni di attesa per il credito cooperativo. Sul tavolo del governo e in particolare del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan c’è infatti il fascicolo della riforma che Federcasse, l’organo di rappresentanza delle Bcc, gli ha presentato questa estate. Il provvedimento (una sorta di autoriforma) costruito di sponda proprio con il Mef e la Banca d’Italia, attende il visto del consiglio dei ministri, prima di incominciare l’iter parlamentare (anche se nel mondo Bcc ci sono alcune aree, come Bcc trentine che non hanno avallato il progetto). Il direttore generale di Federcasse, Sergio Gatti ne ha parlato nel corso della XV edizione delle Giornate di Bertinoro. “La riforma che abbiamo pensato poggia su dieci punti ben precisi che vanno dalla centralità del socio alla assunzione di garanzie in solido da parte della Bcc e della Capogruppo”, ha spiegato Gatti.

Ma due sono i punti decisivi. Primo: il contratto di coesione che lega la singola Bcc alla capogruppo che modula l’autonomia della banca in base a parametri ben precisi (maggiore solidità patrimoniale maggiore autonomia), “un meccanismo totalmente inedito” ha precisato Gatti. Secondo: l’apertura a capitali esterni. “Questa era la richiesta più pressante da parte dell’Europa: è importante però che l’apertura dei capitali non metta in dubbio la nostra natura mutualistica, per questo occorrerà orientare il nostro sguardo a capitali disposti a investimenti di lungo period e di un cabotaggio compatibile alle nostre finalità che rimangono quelle di rispondere alle esigenze dei territori”.


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