Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Economia & Impresa sociale 

L’impresa sociale come modello di sviluppo

È partita la settimana targata Cgm, il più importante gruppo di cooperative sociali in Italia. Il presidente Granata: «Il nostro mondo deve ripensare ai suoi modelli di business»

di Redazione

Dopo il via ufficiale di ieri incomincia oggi in Cascina Triulza il programma culturale di “Feed the social way”, la settimana in Expo di Cgm il gruppo cooperativo sociale più importante in Italia con i suoi 70 consorzi e circa mille coop associate.

In particolare l’obiettivo dei quattro seminari proposti dal 14 al 16 ottobre (Accogliere per includere; L’impresa sociale nel mondo; Agricoltura sociale; L’impresa sociale e i giovani) ha lo scopo di promuovere l’impresa sociale come modello di sviluppo per tutti.

Al centro del programma, il ruolo attuale e futuro della cooperazione sociale nelle politiche di welfare del Paese, che si concretizza nell’erogazione di servizi socio-assistenziali, educativi, sanitari, d’integrazione e inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati; nell’essere stabile bacino occupazionale (a maggioranza femminile, capace di portare a protagonismo il talento giovanile e di ricollocare figure seniores espulse dal mercato del lavoro); nel sostenere la coesione sociale e la tutela dei beni comuni; nel promuovere cultura e modelli di sviluppo partecipati e sostenibili sul territorio nazionale e sempre più nella dimensione internazionale; nella ricerca di nuovi modelli e forme d’impresa sociale, sistemici e orientati all’innovazione.

«Le trasformazioni che oggi investono e scuotono il tessuto sociale ed economico, in Italia come nel resto d’Europa, impongono da un lato la necessità di rispondere a bisogni primari sempre più complessi e dai forti tratti emergenziali, dall’altro di far fronte alla riduzione delle risorse economiche che l’amministrazione pubblica è in grado di mettere a disposizione per finanziare l’offerta dei servizi. È evidente che sotto il profilo delle ricadute sullo specifico della cooperazione e dell’impresa sociale questo cambiamento coinvolge in modo particolare il modello di business», ha spiegato a Vita.it, il presidente di Cgm, Stefano Granata.

Quale risposta è possibile? «L’architettura del welfare si orienta necessariamente verso una maggiore sostenibilità complessiva, capace di declinarsi da un lato nel sostegno alla domanda espressa dai cittadini e al contempo di stare su un mercato in cui si assiste all’allargamento del numero e delle tipologie di player accreditati ad operare come fornitori di servizi pubblici», risponde Granata. Che poi aggiunge: «Un altro elemento destinato a cambiare il profilo del settore è l’apertura di mercati emergenti e sfidanti come l’housing, la sanità, l’energia, la cultura, il turismo. Contesti competitivi che rappresentano il nuovo terreno di sfida per l’impresa sociale nel nostro Paese, perché è qui che troviamo le vere opportunità di sviluppo e di crescita. In questi mercati l’attitudine ad innovare si deve concretizzare in capacità di attrarre investimenti, di operare secondo logiche e processi industriali e in creatività per costruire nuove forme di collaborazione trasversale ai differenti elementi e soggetti che compongono le comunità».

Per seguire su Twitter i sette giorni di eventi e interagire l'hashtag è #Thesocialway


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA