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Cooperazione & Relazioni internazionali

Kunduz, la Commissione d’inchiesta attende ok di Usa e Afghanistan

Primo passo per un'investigazione indipendente sul bombardamento dell'ospedale di Medici senza Frontiere. Per la presidente internazionale di Msf scuse e condoglianze non sono sufficienti. «Abbiamo bisogno di sapere se le regole della guerra sono cambiate»

di Redazione

Il primo passo per avviare un’investigazione indipendente sull’attacco all’ospedale di Msf a Kunduz in Afghanistan del 3 ottobre scorso è stato fatto. Medici senza Frontiere fa sapere di essere stata informata che la Commissione d’Inchiesta Umanitaria Internazionale (IHFFC) è stata attivata. Per procedere però ora la Commissione sta aspettando il consenso di Stati Uniti e Afghanistan.

«Abbiamo ricevuto scuse e condoglianze ma non è sufficiente. Non abbiamo ancora ricevuto alcuna spiegazione del perché un ospedale molto conosciuto e pieno di pazienti e staff medico sia stato ripetutamente bombardato per più di un’ora», dichiara Joanne Liu, presidente internazionale di Medici Senza Frontiere. «Vogliamo capire come e perché sia accaduto».

Da parte sua Msf fa sapere di non potersi affidare solo alle inchieste interne condotte dalle parti in conflitto, attualmente in corso, e continua a chiedere fermamente un’investigazione indipendente e imparziale della Commissione d'Inchiesta Umanitaria Internazionale.

I bombardamenti americani hanno distrutto l’edificio principale dell’ospedale traumatologico di Msf a Kunduz che ora non è più funzionante. Questo lascia centinaia di migliaia di persone senza accesso alle cure medico-chirurgiche d’emergenza in una città devastata da settimane di intensi combattimenti. «Abbiamo bisogno di sapere se le regole della guerra sono cambiate, non solo per Kunduz ma per la sicurezza delle nostre équipe che lavorano negli ospedali in contesti di guerra ovunque nel mondo» dice con forza Joanne Liu.


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