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Riforma Isee: raccolte 60 mila firme per cambiarla

L'associazione ha promosso una petizione popolare per tutelare i beneficiari di trattamenti per infortunio sul lavoro e malattia professionale, soprattutto quelli con disabilità più accentuate

di Franco Bettoni

A ormai quasi due anni dall’emanazione del nuovo Regolamento ISEE (l’Indicatore della situazione econmica equivalente) il mondo della disabilità vive momenti di attesa sulle sorti di una riforma che tanto è stata osteggiata fin dalle prime fasi della sua elaborazione. Per ricostruire i fatti, il 24 gennaio 2014 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Dpcm 159/2013, che ha dato vita al nuovo indicatore, entrato in vigore il 1° gennaio 2015. L’Isee è lo strumento di valutazione, attraverso criteri unificati, della situazione economica di coloro che richiedono prestazioni sociali agevolate ed è calcolato con riferimento al nucleo familiare di appartenenza del richiedente. La riforma che ne ha previsto nuovi criteri è arrivata come una doccia gelata sulle famiglie delle persone con disabilità dal momento che ha stabilito che all’interno della nozione di reddito rilevante ai fini Isee dovessero essere considerati anche i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche. Quindi, oltre alle indennità per invalidità civile, gli assegni sociali, l’indennità di accompagnamento e via dicendo, con un’estensione impropria, anche la rendita Inail per infortunio o malattia professionale.

La riforma ha preoccupato fin da subito l’Anmil perché contiene un principio di profonda iniquità: come dire che la disabilità produce ricchezza. Un’assurda contraddizione dal momento che le agevolazioni a cui si accede tramite l’Isee nascono proprio per sostenere le categorie più deboli della società. Per quanto riguarda poi coloro che sono titolari di rendita Inail a seguito di riconoscimento di danni permanenti per infortunio o malattia professionale, la questione è ancora più iniqua in quanto si tratta di risarcimenti per un danno subito dal lavoratore nell’esecuzione della propria attività lavorativa e per la natura di questa prestazione indennitaria, dovrebbero essere esenti da ogni forma di tassazione. Dunque si tratta di una preoccupante erosione di un principio base del sistema.

L’approvazione del Regolamento ha così dato vita ad una delle maggiori preoccupazioni dell’Anmil, da sempre impegnata affinché venisse dato un riconoscimento giuridico al principio per cui la rendita Inail ha natura strettamente risarcitoria e per questo deve rimanere esclusa da ogni forma di tassazione.
Uno spiraglio è arrivato nel febbraio scorso dal Tar del Lazio che, su ricorso di una rappresentaza di associazioni di persone con disabilità, ha dichiarato illegittime alcune parti del regolamento, tra cui quella relativa al computo delle prestazioni previdenziali e indennitarie. Il Tar, richiamando i fondamentali principi della Costituzione enunciati negli artt. 3, 32 e 38, ha dichiarato che tali trattamenti non devono essere inseriti tra i redditi disponibili. Il loro inserimento, costituirebbe infatti una penalizzazione nei confronti delle fasce sociali più deboli. La pronuncia ha quindi rafforzato la posizione della nostra Associazione, che proprio in quel periodo aveva avviato una importante iniziativa nazionale sul tema: una raccolta firme per una petizione popolare al Parlamento diretta a tutelare i beneficiari di trattamenti per infortunio sul lavoro e malattia professionale, soprattutto quelli con disabilità più accentuate. Sono infatti proprio i grandi invalidi e gli infortunati con disabilità percentualmente più elevate a non poter beneficiare a pieno delle compensazioni previste dal nuovo calcolo Iseesubendo, quindi, un ampio ed ingiustificato taglio dei benefici sociali finora goduti a fronte di un aumento incondizionato delle quote di compartecipazione da pagare per ottenerli.

La petizione è riuscita finora a raccogliere più di 60mila firme, attraverso tre Open Days tenuti nelle sedi territoriali Anmil nei mesi scorsi e da ultimo in occasione della 65ª Giornata Nazionale per le Vittime di Incidenti sul lavoro che, l’11 ottobre, scorso ha visto nuovamente l’Associazione impegnata su tutto il territorio con manifestazioni che hanno coinvolto decine di migliaia di persone.

La partita sull’ISEE non è ancora chiusa in quanto è attesa per dicembre l’udienza del Consiglio di Stato sulle sentenze del Tar, a seguito del ricorso presentato dal Governo. L'auspicio di Anmil è che anche la massima autorità della nostra giustizia amministrativa riconosca l’iniquità della riforma e metta finalmente un punto su questa vicenda.

Per sostenere l’iniziativa e per maggiori informazioni è possibile rivolgersi al numero verde gratuito 800.180943.


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