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Alunni disabili: la toppa del Governo copre appena il 26% del bisogno

Arrivano le prime notizie sul riparto dei 30 milioni di euro stanziati dal Governo in aiuto delle ex Province per garantire i servizi di trasporto e assistenza per gli alunni con disabilità: si copre solo il 26% del fabbisogno nazionale. E in Sicilia oltre il danno, la beffa: i (pochi) soldi stanziati non si possono usare

di Sara De Carli

Dalle cronache locali trapelano le prime informazioni sul riparto dei 30 milioni di euro stanziati dal Governo «per le esigenze relative all’assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali», attribuiti alle province e alle città metropolitane per l'anno 2015. Riparto di cui il Ministero dell’Interno, interpellato più volte, non fa sapere nulla. I 30 milioni di euro, stando a quanto afferma la Provincia di Avellino sul proprio sito istituzionale, coprono appena «il 26% del fabbisogno nazionale».

La sottosegretaria al Lavoro, Franca Biondelli, era intervenuta l’8 ottobre in commissione Affari Sociali alla Camera per rispondere all’interrogazione presentata da Marialucia Lorefice (M5S), sulla violazione del diritto all'istruzione dei ragazzi disabili nelle scuole dell'ex provincia di Ragusa: «Per quanto concerne i contributi previsti dal decreto-legge n. 78 del 2015, destinati all'assistenza degli alunni con handicap, il Ministero dell'interno ha reso noto che al Libero consorzio comunale verrà destinata una quota di circa 415 milioni di euro (sigh! Forse il sottosegretario intendeva 415mila euro, ndr). È stato predisposto il DPCM necessario per l'assegnazione delle predette somme e attualmente tale decreto è alla firma delle Amministrazioni coinvolte. Pertanto, pur ribadendo il grande interesse che il tema della disabilità riveste per il Governo, non posso che evidenziare che la questione sollevata dall'interrogante rientra nelle competenze esclusive degli Enti locali».

La Provincia di Avellino comunica di aver «ottenuto un contributo per l'anno 2015 pari a 243.892,82 euro dal Ministero dell'Interno, per le esigenze relative all'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni diversamente abili che frequentano gli istituti di istruzione superiore». La spesa media sostenuta da Palazzo Caracciolo per le attività di assistenza nel triennio 2012-2014 è di 917.398,92 euro, poco più di 300mila euro l’anno: in questo caso quindi i 243mila euro per il solo quadrimestre settembre/dicembre 2015 sembrano più che adeguati.

La seconda provincia di cui è stato reso noto il contributo per l’anno 2015 è Siracusa: l’On. Vincenzo Vinciullo, ha comunicato che Siracusa riceverà un importo «pari a 224.543,04 euro, indirizzato per l’assistenza, l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali». Vinciullo ha aggiunto che le province che hanno ottenuto il contributo del Ministero dell’Interno «sono 86 e quelle siciliane 9 su 9».

Alla Provincia di Salerno va una quota di contributo pari ad euro 229.755,86: «Tale somma, seppur esigua – ha detto il Presidente della Provincia, Giuseppe Canfora – sarà utilizzata da questa amministrazione per porre in essere tutti gli interventi finalizzati al trasporto scolastico ed alla assistenza specialistica in favore degli studenti diversamente abili delle scuole secondarie superiori di secondo grado garantendo, pertanto, come ogni anno, seppur con la notevole riduzione delle risorse assegnate, il necessario sostegno agli studenti in difficoltà”. Sarebbero state già predisposte, al riguardo, le azioni propedeutiche, con l’approvazione dell’avviso pubblico finalizzato al monitoraggio degli studenti diversamente abili che necessitano del trasporto scolastico e con la sottoscrizione, con i piani di zona del territorio, del protocollo d’intesa per l’assistenza specialistica.

«La Lombardia riceverà complessivamente 6 milioni 179mila euro, quando nelle 12 province lombarde la spesa annua che abbiamo stimato nell'anno scolastico 2013/14 per garantire tutti i tre servizi è stata di circa 28milioni e 700mila euro», spiega Donatella Morra, del Gruppo Ledha Scuola: circa il 21% del fabbisogno reale per coprire un intero anno scolastico. In Lombardia ai fondi statali si aggiungono 10 milioni di euro promessi dalla Regione, provenienti da due diverse delibere e se 3 più 2 milioni sono sicuri e spendibili, sugli altri cinque ci potrebbe essere bisogno di qualche aggiustamento. In ogni caso arriveremmo a 16 milioni 179mila euro, il 56% della spesa storica: «E teniamo conto che nel frattempo in Lombardia gli alunni con disabilità che richiedono questi servizi sono molto aumentati», spiega Morra.

«Il fondo da 30 milioni è stato ripartito, ma la beffa è che – almeno qui in Sicilia – i fondi non sono utilizzabili perché bloccati alla Corte dei Conti, in sostanza i Commissari non li possono usare», denuncia Giuseppe Giardina, presidente di Anffas Sicilia. Giusto tre giorni fa alcuni genitori e rappresentanti di Anffas Palermo si sono incatenati ai cancelli di due scuole di Palermo, il Duca Abruzzi Libero Grassi e il Damiani Almeyda per protestare contro il ritardo nell’attivazione dei servizi di assistenza di base e specialistica. «Nessuno li ha ricevuti, nessuno dato loro nessuna risposta o soluzione. In Sicilia i servizi che garantiscono il diritto allo studio degli alunni con disabilità non sono nemmeno partiti, fatta eccezione per le province di Catania e Messina. Le mamme e i papà sono costretti a portare i figli a scuola, perché non c’è il servizio di trasporto e poi a recarsi a scuola ogni due ore per accompagnare il figlio in bagno o per assisterlo negli spostamenti. Quando per qualsiasi motivo i genitori non possono garantire tutto ciò, i figli restano a casa: ha idea di cosa significhi sentirsi dire “perché i miei compagni sono a scuola e io devo stare a casa?”», lamenta Giardina.

Il riparto dei 30 milioni di euro avrebbe destinato a Ragusa 415mila euro, soldi «sufficienti a garantire il servizio solo fino alla fine di novembre», mentre i 224mila andati a Siracusa rappresentano meno di un terzo del necessario, «se pensiamo che la provincia l’anno scorso per garantire il medesimo servizio ha speso 1,8 milioni di euro», circa 150mila euro al mese. «L’entità del finanziamento è un problema» continua Giardina, «la sua inutilizzabilità una tragedia. Per questo stiamo pensando di organizzare una manifestazione a livello regionale. Il diritto allo studio non può essere dipendente né dai bilanci e né dai problemi politici di un territorio».


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