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Oltre 50mila firme all’appello di Msf in 24 ore

Medici senza Frontiere ha lanciato una petizione globale su Change.org per chiedere a Obama di consentire l’investigazione indipendente sull'attacco subito dall'ospedale in Afghanistan dello scorso 3 ottobre. Ed è stato un boom di sottoscrizioni

di Antonietta Nembri

Oltre 50mila sottoscrizioni in meno di 24 ore (quasi 54mila nel momento in cui scriviamo). Questo il primo risultato della petizione internazionale lanciata da Msf su Change.org per chiedere al presidente Obama e agli Stati Uniti di dare il proprio consenso all’investigazione indipendente sul bombardamento dell’ospedale di Medici senza Frontiere a Kunduz in Afghanistan dello scorso 3 ottobre.

Msf ha chiesto da subito l’avvio di un’investigazione indipendente da parte della Commissione d’Inchiesta Umanitaria Internazionale (Ihffc) sui ripetuti bombardamenti contro l’ospedale, che hanno ucciso 12 operatori e 10 pazienti e ferito circa 40 persone. Dopo che l’Ihffc ha formalmente offerto i propri servizi, Msf chiede agli Stati Uniti e all’amministrazione Obama di dare il proprio consenso all’investigazione sul bombardamento dell’ospedale di Kunduz. Questo consenso è richiesto perché si possa avviare un’investigazione imparziale sulla verità dei fatti.

«Il rispetto delle leggi della guerra è ciò che protegge il nostro staff e i nostri pazienti nelle zone di conflitto in tutto il mondo» ha dichiarato Jason Cone, direttore generale di MSF negli Stati Uniti. «Deve esserci un’investigazione indipendente e imparziale per accertare quanto accaduto nel terribile attacco contro il nostro ospedale. Chiediamo al presidente Obama di dare subito il proprio consenso all’investigazione della Commissione d’Inchiesta Umanitaria Internazionale. Consentire l’inchiesta è un passo cruciale perché il presidente Obama affermi l’impegno del governo americano nei confronti delle Convenzioni di Ginevra e dimostri che le forze armate statunitensi riconoscono e rispettano le strutture mediche come spazi protetti nell’ambito del Diritto Internazionale Umanitario».

In una nota l’organizzazione medico sanitaria sottolinea come il suo appello non riguardi «solo gli eventi di Kunduz e non è diretto soltanto agli Stati Uniti. È diretto a tutte le nazioni e a tutte le parti dei conflitti, ed è un’opportunità per tutti per riaffermare il proprio impegno nei confronti del Diritto Internazionale Umanitario, il diritto di organizzazioni come MSF di fornire cure mediche in modo indipendente e imparziale nelle zone di conflitto, e lo sforzo di portare almeno un po’ di umanità anche nelle peggiori circostanze, ora e in futuro».


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