Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

Da CSVnet la fotografia delle organizzazioni di volontariato

Primo report nazionale delle organizzazioni di volontariato censite dal sistema dei Csv realizzato in partnership con la Fondazione Ibm Italia. Nel nostro Paese oltre 44mila associazioni, più della metà si occupano di assistenza sociale e sanità e ha meno di 16 volontari, da sette anni si registra un costante calo di nuove registrazioni

di Redazione

Arriva dal CSVnet con Fondazione Ibm Italia il primo rapporto nazionale che fotografa le organizzazioni di volontariato censite dal sistema dei Centri di servizio per il volontariato. Presentato oggi in Cascina Triulza a Expo Milano il report ci restituisce un’immagine in linea con i dati e le tendenze rilevate dal recente censimento Istat sulle istituzioni non profit (2011) e che conferma che le sei regioni in cui si concentra il maggior numero di Odv sono Lombardia, Toscana, Lazio, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto. Il raggio d’azione delle 44.182 Odv censite dai Csv è per lo più locale: il 50% ha come ambito territoriale di riferimento il comune, solo 5 su 100 hanno un riferimento territoriale nazionale o internazionale.

La maggior parte delle organizzazioni opera nel campo dell’assistenza sociale (11.812) e della sanità (9.098), insieme questi due campi rappresentano il 55% del totale, seguono quelle che si occupano di cultura, sport e ricreazione. Categorie primarie come utenti sono anziani e minori con il 25,4%, mentre a malati e disabili si dedicano il 18% delle associazioni.

Un altro dato che emerge dal report riguarda la distribuzione territoriale delle Odv: se al nord e al centro si trovano oltre la metà delle associazioni, se si confrontano il numero di abitanti con quello delle organizzazioni ad avere più onlus per abitante sono Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta.

A livello operativo la metà delle OdV può contare su meno di 16 volontari; solo il 15% ha un numero di volontari superiore a 50. Ancora, il 50% delle OdV ha meno di 60 soci, mente solo poco più del 10% delle associazioni ha una base associativa molto estesa (oltre 500 soci).

Dal punto di vista storico i risultati del Report confermano una crescita costante delle OdV dal 1980 al 2007, con dei picchi nel 1991, in coincidenza dell’emanazione della Legge quadro sul volontariato L. 266/’91 che ha istituito i Centri di Servizio; negli ultimi 7 anni, invece, si osserva una costante diminuzione dell’incremento annuale del numero di OdV costituite.

La rappresentanza legale delle OdV è composta per i due terzi da uomini. Le donne sono il 33% del totale in tutte le ripartizioni geografiche. La componente femminile è maggiormente presente nei settori dell’educazione, dell’istruzione e della ricerca (dove raggiunge il 50%), della tutela dei diritti e dell’assistenza sociale. Un altro dato che emerge dal report è che nel nord oltre il 90% delle Odv non è riconosciuto: si va dal 97% del Veneto al 90% dell’Emilia Romagna, passando da Lombardia (93%) e Valle d’Aosta (91%), La più alta percentuale di Odv riconosciute si ha nel Lazio.

«Acquisire informazioni, cogliere tendenze, osservare cambiamenti, misurare la realtà del volontariato per comprenderla nell’insieme e nelle sue parti, risulta immediato per il sistema dei Csv che ha il compito di promuoverne i valori e le espressioni operative», dichiara il presidente di CSVnet, Stefano Tabò. «Ciò che si sta profilando è uno strumento agile ed affidabile, dinamico e costantemente aggiornato. I primi destinatari sono le stesse OdV. Non facciamo fatica a coglierne l’utilità per le pubbliche istituzioni, per il mondo accademico, per i media, per i donatori di risorse economiche e competenze, per tutti coloro che hanno interesse a conoscere ed incoraggiare le espressioni di cittadinanza attiva e solidale».

Oltre ai dati emersi, anche la metodologia, il know-how scientifico e tecnologico sperimentato per la raccolta e la sistematizzazione dei dati sono il valore aggiunto del Report e costituiscono un contributo originale al miglioramento della conoscenza del volontariato e del Terzo settore in Italia. «Questo Report è frutto di un percorso collaborativo che favorirà in misura crescente la comprensione di un fenomeno vitale per il Paese, valorizzando la grande mole di dati eterogenei a disposizione del sistema dei Csv e testimonia la volontà della nostra Fondazione di creare un impatto reale nelle comunità in cui opera grazie alle competenze che può mettere in campo», dichiara Angelo Failla, direttore della Fondazione Ibm Italia.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA