Cooperazione & Relazioni internazionali

Kiev e il “blocco” dei rifornimenti sulla Crimea

Il russista Eliseo Bertolasi ha incontrato Lenur Usmanov, capo del Dipartimento di “Etnologia e relazioni interetniche” all’Accademia delle Scienze di Sebastopoli. La testimonianza del professore su «un atto vile, illecito e illegale che viola tutti gli accordi internazionali»

di Redazione

Sebastopoli – Dalla metà dello scorso settembre Kiev ha applicato “il blocco” sulla penisola di Crimea. I deputati della Verkhovna Rada dell’Ucraina, leader dell’organizzazione “Majlis dei tatari di Crimea” Mustafa Dzhemilev (leader storico ed ex presidente del Majlis) e Refat Chubarov (presidente del Majlis dal 2013), hanno promosso una campagna per il “blocco” della Crimea. Anche il presidente ucraino Petro Poroshenko, ha optato per “il blocco”, appellandosi alle richieste degli attivisti sociali del popolo tartaro di Crimea. Attivisti ucraini, compresi gli ultra nazionalisti del “Pravy Sektor” iniziando a bloccare l’accesso al confine hanno ormai, di fatto, interrotto i rifornimenti verso la penisola. In uno scenario che rievoca il terribile “blocco” di Leningrado attuato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, attuando l’interruzione delle forniture alimentari Kiev è convinta di “prendere” la Crimea per fame. Per ottenere informazioni dirette riguardo alla situazione dei tatari di Crimea mi sono recato a Sebastopoli, per incontrare uno dei leader della comunità locale dei tatari di Crimea Lenur Usmanov, capo del Dipartimento di “Etnologia e relazioni interetniche” all’Accademia delle Scienze di Sebastopoli. I Tatari di Crimea che rappresentano oggi circa il 12% della popolazione della penisola sono di religione musulmana sunnita.

Ecco la testimonianza di Lenur Usmanov:

Vorrei soffermarmi su alcuni aspetti relativi alla questione della Crimea. Recentemente ci hanno informato del “blocco” (da parte di Kiev n.d.r.). Naturalmente questo atto vile, che viola tutti gli accordi internazionali, ha un impatto negativo sull’economia, sul benessere, sulla politica della penisola. In questa questione va rimarcato l’importanza del settore agricolo, in Crimea ogni anno arrivano milioni di turisti, al fine di soddisfare le loro esigenze abbiamo bisogno di molti prodotti. Allevamento, orticultura, buoni raccolti.. sono per noi fondamentali, pertanto, il “blocco”, attuato dai gruppi estremisti guidati da Mustafa Dzhemilev, Refat Chubarov e Lenur Islamov (vice presidente del congresso mondiale dei tatari di Crimea n.d.r.), è illecito, illegale. Non solo viola gli interessi della popolazione della Crimea, ma anche quelli dell’Ucraina, in particolare per quegli imprenditori ucraini che hanno focalizzato la loro produzione sulla cooperazione reciprocamente vantaggiosa con la Crimea.

Questo “blocco”, quindi, è anche finalizzato alla distruzione della produzione agricola in diverse regioni d’Ucraina, di fatto, porterà a un sostanziale peggioramento della situazione economica del paese. Naturalmente questo atto avrà un impatto negativo sui residenti della Crimea, che si allontaneranno sempre di più dall’Ucraina. Per fare un esempio, ricordiamo quando Hitler attuò il blocco di Leningrado, sperava di vincere la popolazione con la fame e di causare una rivolta all’interno della città, ma non ebbe successo. Dzhemilev, Islamov e Chubarov, contano sul fatto che col “blocco” gli abitanti della Crimea cambino idea e desiderino un ritorno all’Ucraina.

L’Ucraina utilizza il terrore per soggiogare la Crimea, questo trucco non riuscirà

L’Ucraina utilizza il terrore per soggiogare la Crimea, questo trucco non riuscirà. Sui media comunicano che gli abitanti della Crimea vorrebbero ritornare all’Ucraina, ed essere liberati (dalla Russia n.d.r.), addirittura che sarebbero favorevoli a mantenere questo “blocco”. In effetti così non è.

Quando ci trasferimmo in Crimea dal Uzbekistan, dal Kazakhstan, sapevamo che stavamo andando verso la Russia, non in Ucraina (al rientro dalle deportazioni n.d.r.). Siamo ritornati in Crimea per vivere, crescere e aumentare la nostra cultura, per essere degni dei nostri antenati dei quali siamo orgogliosi.

Dzhemilev, Islamov e Chubarov, cercando tirarci giù nell’abisso. Il profeta Mohammed disse: “Augura alle persone ciò che vorresti venga augurato a te”. Loro non augurano il bene alla loro gente ma solo sofferenze.

In Crimea, ora, alcuni prodotti sono aumentati di prezzo, ma questo è un fenomeno temporaneo. Il mercato si sta adesso spostando verso la produzione del territorio di Krasnodar (Russia); Turchia, Grecia sono pronti a fornire i loro prodotti, quindi, in ultima analisi, non si tratterà di un “blocco” alimentare sulla Crimea, ma di un “blocco” diretto al vasto potenziale del mercato agricolo ucraino. Vincitori di queste sanzioni alimentari saranno in primo luogo i produttori russi.

Paradossalmente stanno favorendo la Russia. Hanno anche fatto saltare i tralicci dell’alta tensione per interrompere la fornitura di energia elettrica in Crimea. Tutti atti non fanno altro che avvicinarci sempre più alla Russia

Il risultato è che Dzhemilev, Islamov e Chubarov, hanno solo spinto i consumatori della Crimea verso la Russia. Paradossalmente stanno favorendo la Russia. Hanno anche fatto saltare i tralicci dell’alta tensione per interrompere la fornitura di energia elettrica in Crimea. Tutti questi atti non fanno altro che avvicinarci sempre di più alla Russia, portandoci sempre di più a nutrire sentimenti negativi verso l’Ucraina.

In realtà per 23 anni (periodo nell’Ucraina indipendente n.d.r.) l’Ucraina ha solo sfruttato i tatari di Crimea per arricchirsi, ha inserito tra il nostro popolo un cuneo su basi nazionali, ha propagato wahhabismo..

Non voglio che anche in Crimea si arrivi alla stessa situazione presente in Siria o nel Donbass

Non voglio che anche in Crimea si arrivi alla stessa situazione presente in Siria o nel Donbass. Dzhemilev ha organizzato quattro battaglioni, non solo con lo scopo di partecipare alla cosiddetta ATO (operazione anti terrorismo di Kiev contro il Donbass, n.d.r.), ma di destabilizzare la situazione in Crimea.

Si tratta di guerriglieri dell’ISIS, con una paga di 2.500 euro più i premi. Naturalmente questa gentaglia internazionale si giustifica con slogan del tipo “liberazione dei nostri connazionali che vivono in Crimea sotto l’occupazione russa”. Per analogia, gli americani hanno creato un gruppo terroristico con un bel nome di copertura “opposizione siriana moderata”, che si batte contro Bashar al-Assad, presidente legittimo del paese.

Gli americani si sanno ben destreggiare con la terminologia quando fa comodo a loro: un presidente legittimo – dittatore, terroristi – opposizione moderata.

Dobbiamo renderci conto che se dovessimo intraprendere il cammino di Dzhemilev, Islamov e Chubarov, sul nostro territorio arriverà lo stesso caos, che i terroristi dell’ISIS hanno portato in Siria. Ricordo che il Profeta Mohammed non distruggeva ma invitava la gente alla pace.


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