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Riforma Terzo Settore, i grillini perdono la bussola

La conferenza dei capigruppo aveva approvato il via libera alla ripresa dell’iter con l’assenso dei 5 Stelle. Che stamattina però hanno fatto retromarcia. Risultato? Del provvedimento si tornerà a parlare nel 2016

di Redazione

5 Stelle e due parole, verrebbe da dire dopo il tira e molla che i grillini fra ieri e oggi hanno inscenato sulla Riforma del Terzo settore.

Il regolamento prevede infatti che durante l’iter della legge di Stabilità si possano discutere esclusivamente norme che non prevedano coperture. Con un’eccezione però: la sbarra si alza con il lasciapassare unanime della conferenza dei Capigruppo. Ieri mattina nella riunione dei presidenti dei Gruppi parlamentari al Senato (Luigi Zanda Pd; Paolo Romani Forza Italia, Gianluca Castaldi Movimento 5 Stelle; Renato Schifani Area Popolare; Karl Zeller Autonomie; Lucio Barani Alleanza Liberal Popolare; Gian Marco Centinaio Lega Nord; Mario Ferrara Grandi Autonomie e Libertà; Anna Bonfrisco Conservatori e Riformisti; Loredana De Petris Misto) l’accordo, una volta superate le perplessità di Forza Italia era stato raggiunto: la discussione sulla Riforma del Terzo settore sarebbe potuta ripartire a strettissimo giro.

Poche ore dopo, nel pomeriggio, è arrivata anche la bolla ufficiale con la comunicazione in Aula del presidente del Senato, Pietro Grasso.

Passa una notte ed ecco la sorpresa: il Movimento 5 Stelle con Castaldi (nella foto di copertina) annuncia di aver cambiato idea. Una retromarcia di cui Grasso prende atto senza fare una piega (secondo qualcuno anche forzando il regolamento).

Risultato: della Riforma del Terzo settore si tornerà a parlare nel 2016… a meno che nei prossimi giorni non cambi la luna dei grillini.


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