Politica & Istituzioni

Il report sul primo semestre promuove il nuovo Isee

«La riforma dell'ISEE sembra stia perseguendo gli obiettivi che ci si era prefissati: dichiarazioni più veritiere, maggiore selettività dell'indicatore legata al patrimonio, maggiore attenzione ai più fragili, in una parola più equità»: il Governo al giro di boa di giugno è soddisfatto del nuovo Isee

di Sara De Carli

«La riforma dell'ISEE sembra stia perseguendo gli obiettivi che ci si era prefissati: dichiarazioni più veritiere, maggiore selettività dell'indicatore legata al patrimonio, maggiore attenzione ai più fragili, in una parola più equità»: così il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, commenta i dati relativi al primo semestre di monitoraggio del nuovo Isee. A circa un mese dalla prima udienza di merito sul ricorso sulla legittimità del nuovo Isee, fissata per il 3 dicembre 2015 e un mese dopo la decisione del Consiglio di Stato di non concedere al Governo la sospensiva delle sentenze del Tar del Lazio del febbraio 2015, il Governo pubblica il secondo report sull’attuazione del nuovo Isee, in riferimento alle DSU presentate fino al 30 giugno 2015 e conferma il suo giudizio positivo. Scopo del report è «fornire un servizio di orientamento quantitativo alle migliaia di enti erogatori di prestazioni sociali agevolate che si apprestano a rinnovare (se non l’hanno già fatto) i regolamenti che disciplinano l’erogazione condizionata alla prova dei mezzi».

Al 30 giugno erano state presentate 2,2 milioni di DSU. Il report si basa sull’elaborazione dei dati realtivi al 2% della popolazione Isee, cioè circa 49mila DSU. In generale, i dati del primo semestre confermano che per due terzi della popolazione interessata il nuovo indicatore è più favorevole o uguale al vecchio, al netto di redditi e patrimoni precedentemente non dichiarati. Il dato più eclatante è quello che riguarda le dichiarazioni con patrimonio nullo, che passano da quasi il 75% a meno del 20%: un indicatore di maggiore fedeltà e veridicità dello strumento, premessa per una maggiore equità nell’accesso alle prestazioni.

Nel primo semestre del 2015 sono state presentate meno DSU che nello stesso periodo del 2014: il 76%. La differenza è dovuta soprattutto a un calo di domande presentate al Sud. Se infatti al Nord sono state presentate il 90% di DSU del 2014, al Sud si scende al 60%. Al netto del numero di DSU, significa che la popolazione coperta da dichiarazioni Isee nei primi sei mesi del 2015 a livello nazionale si è attestata al 10,1% della popolazione, mentre nel 2014 era al 13,9%: il Sud si è avvicinato al Nord, giacché quest’anno hanno una DSU il 9% dei residenti al Centro Nord contro il 13% dei residenti nel Mezzogiorno, mentre un anno fa eravamo a quote analoghe per il Nord e al 22% per il Sud, con un calo del 40%. «L’impressione è che con il Nuovo ISEE in alcune regioni del Mezzogiorno si stia riducendo l’anomalia di un elevatissimo numero di DSU presentate in presenza di una spesa sociale molto bassa; sembra cioè che la DSU venga presentata solo quando “serve” – cioè a fronte della effettiva richiesta di prestazioni sociali agevolate».

Il nuovo ISEE è più favorevole per quasi la metà dei nuclei familiari (46,9%), mentre è meno favorevole in poco più che un terzo (36,5%). Rispetto al primo trimestre, le differenze più rilevanti riguardano gli ISEE nulli: nella prima parte dell’anno tendono a concentrarsi valori ISEE più bassi di quelli che si registreranno sull’intero anno. «Se nel primo trimestre gli ISEE=0 erano oltre il 17%, nel secondo si sono già ridotti a poco meno del 14%, una tendenza che proseguirà con ogni probabilità – anche se non con lo stesso ritmo – nel secondo semestre. La quota di ISEE nulli resta comunque elevata ed è in particolare una conseguenza del trattamento più favorevole riservato alle persone con disabilità».

Il patrimonio mobiliare nel nuovo Isee pesa di più. Quanto di più? Quasi il 50% in più. La componente mobiliare passa da un ottavo del valore dell’indicatore (12,4%) a poco meno di un quinto (18,2%). «Già dopo l’annuncio della riforma, nel biennio 2013-14 le dichiarazioni con patrimonio mobiliare nullo erano passate da circa l’80% a meno del 74%, ma l’effettiva implementazione delle nuove regole ha risultati eclatanti in termini di emersione. Confrontando il primo semestre 2014 con lo stesso periodo del 2015 si osserva un abbattimento di quasi tre quarti delle DSU con patrimonio nullo (dal 73,7% al 18,9). Allo stesso tempo il valore medio è più che doppio (da circa 4.000 a più di 9.000 euro)».

Quanto ad alcuni sottogruppi di popolazione, nel caso dei nuclei con minorenni la distribuzione per classi di ISEE è sostanzialmente identica a quella del vecchio indicatore (dato ancora più che per la popolazione complessiva). Fra le famiglie con minorenni sono di più i nuclei favoriti dalla riforma rispetto alle famiglie senza minorenni e non si registra l'incremento della media osservato per la popolazione complessiva. I nuclei delle persone con disabilità hanno invece visto cambiare moltissimo la distribuzione per classi di Isee, con una densità molto maggiore nelle classi più basse di ISEE e un incremento in quelle più alte. Rilevantissimo è il numero di nuclei per i quali l'ISEE si azzera: passano da meno del 9% a più del 20%. Se prescindiamo dalle variazioni della componente patrimoniale (di natura trasversale a tutti i gruppi di popolazione), per poco meno di tre quarti dei nuclei con persone con disabilità le nuove regole sono più favorevoli (58,1%) o indifferenti (10,4%) delle precedenti.

Foto di copertina John Moore/Getty Images


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA