Welfare & Lavoro

L’arte per superare gli abusi

A Oglianico, Torino, la comunità di Fragole Celesti segue le donne che hanno subito abusi in famiglia e fanno, per questo, uso di droga. L'arte diventa uno strumento per la terapia. A Paratissima è stata esposta la loro opera "Uomo nero"

di Anna Spena

Hanno lavorato per dare una forma alla figura maschile e l’hanno chiamata “Uomo nero”. È la rappresentazione traslata del male assoluto dal loro punto di vista. Sono le ragazze di Fragole Celesti, la comunità terapeutica di doppia diagnosi per la cura di vittime di abusi sessuali, maltrattamenti e violenze. A loro Vita Magazine ha dedicato un lungo articolo nel servizio di Cover di luglio “Corpi in Battaglia”. A partire da oggi e per i prossimi quattro giorni la loro opera è in mostra al Palazzo Esposizioni di Torino, nell’ambito della manifestazione Paratissima, che offre agli artisti emergenti la possibilità di mostrare al pubblico i propri lavori. «Uomo nero», spiega Massimo Greco, pittore che collabora con la comunità, «è il risultato di tre mesi di lavoro. Le ragazze della casa hanno seguito dei laboratori con Matteo Thiela, stilista e sperimentatore di moda d'avanguardia e Andrea Lorenzon, architetto dello studio Civico13».

L ’uomo nero ha un’ anima in ferro ricoperta con tessuti di scarto e peluche. «Per fissare i materiali le ragazze hanno utilizzato la resina. Quando hanno iniziato a lavorare, alla fine della scorsa primavera, nessuno aveva preventivato che sarebbe nata questa figura». L’uomo nero delle ragazze, prima di essere esposto a Paratissima, è rimasto, per diversi mesi, nel giardino della comunità che si trova ad Oglianico, piccolo comune in provincia di Torino. «Il tempo doveva fare il suo lavoro, lasciarlo così all’aperto, consapevoli che prima o poi si sarebbe rovinato, è stata un’azione ragionata. L’opera non mette paura, è una rappresentazione strana, quasi carnevalesca».


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