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Lombardia in controtendenza: i poveri crescono del 9%

Presentato il Bilancio sociale 2014 del Banco Alimentare della Lombardia: 248mila persone assistite grazie a 1.289 enti. Una "bontà efficiente" che fa bene anche all'ambiente grazie al recupero dei prodotti. E sabato 28 novembre torna la Colletta Alimentare

di Antonietta Nembri

Che cosa succederebbe in Lombardia se il Banco Alimentare non ci fosse? Se lo è chiesto Vito Maramarco, direttore di Altis (Alta scuola Impresa e società) dell’Università Cattolica di Milano, oggi martedì 4 novembre, alla presentazione della terza edizione del Bilancio sociale del Banco Alimentare Lombardia “Danilo Fossati” onlus. La risposta potrebbe essere che non sarebbero stati distribuiti 76.700 pasti al giorno (28 milioni in tutto l’anno) alle persone bisognose che vivono in Lombardia grazie alle 14mila tonnellate di alimenti recuperati e raccolti. «Abbiamo fatto un calcolo: considerando un buono pasto medio di 7 euro, il valore dell’azione del Banco è di quasi 200mila euro in Lombardia, ma si potrebbero considerare tanti altri fattori, come il valore delle ore degli oltre 600 volontari stabili», ha spiegato Maramarco. «Qualcun altro dovrebbe supplire estendendo un sistema di welfare che oggi non è più in grado di farlo». Il direttore di Altis ha poi sottolineato come ad avvantaggiarsi dell’azione del Banco sia anche l’ambiente grazie alla riduzione degli sprechi.

Ma la presentazione del bilancio sociale 2014 di Banco Alimentare della Lombardia non è stato solo un confronto di numeri, approfonditi dal direttore della onlus Marco Magnelli, ma come hanno sottolineato sia il past president Gianluigi Valerin sia il presidente in carica Roberto Vassena il realizzare questo documento è anche un «rendere evidente quello che facciamo per rispondere al bisogno» e soprattutto, il preparare il bilancio sociale «fa ritornare alle motivazioni vere del fare il Banco Alimentare, altrimenti – ha sottolineato Vassena – il rischio è quello di privilegiare l’efficienza dimenticando la mission che è servire mantenendo la dignità di chi riceve».
Anche quest’anno per la presentazione dei dati si è scelto il mese di novembre a poche settimane dalla Giornata nazionale della Colletta Alimentare che in tutta Italia sarà sabato 28 novembre.

Per tornare ai numeri quello che salta subito all’occhio è come la Lombardia sia in controtendenza rispetto alla situazione nazionale, qui la povertà assoluta cresce del 9%, contro un calo del 7% nazionale: nel 2014 nella regione le persone in questa condizione sono state 568mila, di queste Banco Alimentare ne ha assistite quasi 248mila (il 43% dei poveri stimati). Dal 2009 al 2014 gli assistiti sono aumentati dell’88%, con un incremento degli alimenti distribuiti solo del 19%. I minori sono quasi 76mila, ovvero il 31% del totale degli assistiti dal Banco Alimentare, un dato che non deve far stupire se si considera che dal 2007 a oggi l’incidenza della povertà nelle famiglie numerose con più di un bambino è cresciuta del 250% a livello nazionale.

Da dove nasce l’aumento della povertà in Lombardia? Il +9% è legato alla maggior concentrazione di immigrati (la Lombardia nel 2013 ha registrato il doppio dei permessi di soggiorno rispetto alla seconda regione, l’Emilia Romagna) e alla concentrazione di famiglie numerose in sofferenza. «Noi non vediamo ancora la fine del tunnel», ha detto Magnelli riferendosi alla fine della crisi, che c’è ma non incide ancora.

Il Banco è riuscito a raggiungere nel 2014 quasi la metà dei poveri della Regione grazie alle 1289 strutture caritative convenzionate (+10% rispetto al 2009) ed è riuscito a farlo grazie alle quasi 14mila tonnellate di alimenti raccolti, pari a un valore di 41,75 milioni di euro. Lo scorso anno il valore dei tre pilastri dell’approvvigionamento sono stati gli aiuti comunitari (13%), il recupero e raccolta dalla filiera agro-alimentare (60%), mentre il 27% è frutto della Colletta Alimentare «la carità in opera», come l’ha definita il direttore generale Magnelli. «In cinque anni il recuperato dalla filiera è raddoppiato, mentre sono crollati gli aiuti europei e proprio per questa ragione nel corso del 2014 abbiamo fatto oltre alla tradizionale giornata della colletta a novembre, una raccolta straordinaria a giugno» ha specificato «nelle due giornate abbiamo raccolto 3.800 tonnellate di alimentai».

Efficienti con il cuore, così Manganelli ama definire gli uomini e le donne di Banco Alimentare e di un’efficienza che non solo moltiplica il valore dell’azione del dono: per ogni euro di costo vengono raccolti e donati alimenti per un valore di 29 euro, mentre per ogni euro donato al Banco si raccolgono e distribuiscono alimenti pari a 19 pasti. Ma c’è ancora un beneficio, quello ambientale: grazie al recupero di 8.333 tonnellate di alimenti si è contribuito alla salvaguardia dell’ambiente: si è risparmiata acqua necessaria per produrli pari a 6.585 piscine olimpioniche, si è ridotto il carbon fooprint riducendo di 14mila tonnellate la produzione di CO2 e si sono risparmiati 97kmq di terra pari a 13.875 campi di calcio.

A esemplificare che cosa significa il lavoro del Banco Alimentare è stato mostrato un filmato dell’hub di prima accoglienza alla Stazione Centrale di Milano gestito da Fondazione Progetto Arca. «Noi siamo uno dei 1289 enti convenzionati e senza l’azione del Banco, per rispondere alla prima domanda del professore Moramarco io direi anche che ci sarebbero centinaia di persone indigenti che non avrebbero trovato lavoro, come le 15 persone assunte da Ortomercato o chi lavora nelle cucine degli enti e ogni persona che esce da uno stato di indigenza è uno che non è più un costo sociale, anzi diventa una persona che contribuisce al welfare».

In apertura foto by Loic Venance/Afp/Getty Images


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