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Unicef: dal 2000 triplicato il numero di adolescenti morti di AIDS

Secondo i dati contenuti nell’“Aggiornamento statistico sui bambini, gli adolescenti e l’AIDS” meno della metà dei bambini al di sotto dei due mesi di vita hanno effettuato il test per l’HIV e solo 1 su 3 dei 2,6 milioni di bambini sotto i 15 anni che hanno contratto l’HIV ha accesso ai farmaci

di Redazione

L’AIDS è la causa numero uno delle morti tra gli adolescenti in Africa e la seconda causa di morte tra gli adolescenti a livello globale. Tra la popolazione affetta da HIV, gli adolescenti sono l’unico gruppo per i quali i dati sulla mortalità non stanno diminuendo.

Nell’Africa subsahariana, la regione con la più alta incidenza, le ragazze sono maggiormente affette dall’HIV, rappresentando 7 contagi su 10 nel gruppo di età 15-19 anni.

Inoltre, tra gli adolescenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni, solo 1 su 10 ha effettuato il test per l’HIV.

I dati rivelano che attualmente tra gli adolescenti (15-19 anni):

  • – ogni ora si verificano 26 nuove contagi;
  • – circa la metà di coloro che vivono con l'HIV sono concentrati in soli sei paesi: Sud Africa, Nigeria, Kenya, India, Mozambico e Tanzania.

«È fondamentale che i giovani affetti da HIV abbiano accesso ai farmaci, alle cure e al sostegno», ha dichiarato Craig McClure, responsabile UNICEF del programma globale sull’HIV/AIDS, durante il Critical Thinking Forum che si tiene oggi a Johannesburg. «Allo stesso tempo, le persone non affette da HIV devono avere accesso alle conoscenze e agli strumenti per preservare il proprio stato di salute».

Secondo i dati contenuti nell’Aggiornamento statistico sui bambini, gli adolescenti e l’AIDS dell’UNICEF, meno della metà dei bambini al di sotto dei due mesi di vita hanno effettuato il test per l’HIV. Solo 1 su 3 dei 2,6 milioni di bambini sotto i 15 anni che hanno contratto l’HIV ha accesso ai farmaci.

I nuovi dati dimostrano che la maggior parte degli adolescenti morti per cause legate all’AIDS avevano contratto l’HIV da bambini, 10 o 15 anni fa, quando solo poche donne incinta e madri affette da HIV ricevevano i farmaci antiretrovirali per prevenire la trasmissione dell’HIV da madre a figlio. Questi bambini sono sopravvissuti fino all’adolescenza, in alcuni casi senza essere a conoscenza di aver contratto l’HIV.

Tuttavia, dal 2000, circa 1,3 milioni di nuovi contagi tra i bambini sono state scongiurate, in gran parte grazie ai progressi nella prevenzione della trasmissione dell'HIV da madre a figlio.
Al 2014, 3 donne in gravidanza su 5 affette da HIV hanno ricevuto il trattamento antiretrovirale per prevenire la trasmissione del virus ai loro bambini. Questo si è tradotto in una riduzione del 60% dei decessi collegati all’AIDS tra i bambini sotto i 4 anni a partire dal 2000. Questi interventi per eliminare la trasmissione da madre a figlio contribuiranno a cambiare il corso dell'epidemia per la prossima generazione di adolescenti.

«I risultati conseguiti nella prevenzione della trasmissione materno-infantile sono lodevoli, e da celebrare», ha aggiunto McClure, «ma sono necessari investimenti immediati per dare un trattamento salva-vita ai bambini e agli adolescenti che sono stati contagiati».

Per consultare tutti i dati della ricerca clicca qui


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