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Fame di mamma, la campagna per sostenere l’infanzia abbandonata

Dal 6 al 21 dicembre sarà possibile sostenere l’iniziativa donando attraverso il numero 45505

di Redazione

In Italia sono circa 30mila i bambini fuori famiglia. E ogni anno circa 3mila neonati vengono rifiutati al momento della nascita: di questi solo 400 vengono salvati perché abbandonati al riparo nelle culle termiche o all’interno degli ospedali, degli altri si perde traccia. Di uno di loro parla lo spot a sostegno della campagna Fame di Mamma, di AiBi, realizzato dall’agenzia Havas Worlwide Milan e dal regista Ago Panini: trenta secondi che come un pugno allo stomaco lasciano tramortito e trasmettono con la loro genuinità e immediatezza un messaggio chiaro, l’urgenza di fare qualcosa per prevenire l’abbandono dei neonati. Qual è la prima cosa che un bambino vede dopo la nascita? Di solito vede la sua mamma e il suo sorriso pieno d’amore. Un bambino abbandonato in un cassonetto invece vede la sagoma di un operatore ecologico.

Fame di Mamma è la campagna di Ai.Bi. Amici dei Bambini per dire basta all’abbandono in Italia. L’obiettivo è contribuire al consolidamento e allo sviluppo dei servizi a favore dell’infanzia abbandonata e delle mamme con figli che vivono in situazione di disagio. Dal 6 al 21 dicembre sarà possibile sostenere l’iniziativa donando 2 euro attraverso il numero 45505 e 2 o 5 euro allo stesso numero da rete fissa.

https://www.youtube.com/watch?v=Tb2me4JyaHE

Attraverso Fame di Mamma vengono sostenute le strutture di accoglienza di Ai.Bi. Amici dei Bambini, tra cui le case famiglia, le comunità mamma-bambino, le culle per la vita, gli appartamenti per mamme fragili con figli e la Family House, la prima “clinica per la cura del male dell’abbandono” in Italia.

Sostengono Fame di Mamma tanti testimonial di Ai.Bi: Cristiana Capotondi, Anna Falchi, Sabina Guzzanti, Roberta Lanfranchi, Max Laudadio, Melissa Satta, Francesca Valla, Savino Zaba. Dal 2006 sono 112 i bambini accolti nelle case famiglia e dal 2011 sono 22 i nuclei mamma–bambino accolti nelle comunità mamma-bambino e negli appartamenti per mamme fragili. Si tratta di donne giovanissime, che hanno subito in gran parte abusi e violenze, con bimbi sotto l’anno di età.